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Distrofie retiniche – Nanotecnologie e neuroscienze per lo sviluppo di protesi ottiche

Coordinato da IIT, il progetto conta su un finanziamento UE di 3 milioni di euro nell’ambito del programma Horizon 2020. Unirà nanotecnologie e ottica per lo sviluppo di protesi retiniche

Genova –  Al via HyVIS, il progetto europeo coordinato dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) che, unendo nanotecnologia e ottica, svilupperà sinapsi bioniche per protesi retiniche, pensate per ridare la vista a persone affette da patologie quali la Retinite pigmentosa e la degenerazione maculare legata all’età (DMLE). Il progetto, della durata prevista di 4 anni, conta su un finanziamento UE di 3 milioni di euro nell’ambito del programma Horizon 2020.

La Retinite pigmentosa e la DMLE, almeno nelle loro fasi iniziali, sono disturbi che colpiscono i fotorecettori, ovvero le cellule che ricevono il segnale luminoso e attraverso le sinapsi con i neuroni della retina lo trasmettono al nervo ottico. Si tratta di patologie diffuse, e con un forte impatto: si stima che le persone affette solo da DMLE nel 2040 saranno circa 288 milioni a livello globale, con un costo superiore ai 400 miliardi di dollari. Nonostante però in queste patologie i fotorecettori degenerino con il passare del tempo, i neuroni della retina rimangono funzionanti.

L’idea di HyVIS nasce infatti dalla possibilità di sfruttare la funzionalità neuronale residua così da formare sinapsi bioniche, costituite da nanodispositivi di ultima generazione e dai neuroni retinici che sono “scollegati” dai fotorecettori, in modo da ridare loro sensibilità alla luce.

“HyVIS – spiega Elisabetta Colombo, coordinatrice del progetto e ricercatrice del Center for Synaptic Neuroscience and Technology dell’IIT, diretto da Fabio Benfenati e situato nella struttura ospedaliera dell’IRCCS Policlinico San Martino di Genova – permetterà di ripristinare l’attivazione fisiologica dei neuroni della retina interna con una risoluzione spaziale molto alta”. L’obiettivo è infatti far sì che, in presenza di luce, tali neuroni si attivino con una risoluzione di circa 5 mm, paragonabile a quella raggiunta dai coni presenti al centro della retina e responsabili, nell’essere umano, della visione ad alta risoluzione.

L’approccio di HyVIS si basa su alcune proprietà che sono state già testate: innanzitutto il fatto che se si esegue in modelli sperimentali di degenerazione retinica una microiniezione di glutammato (il principale neurotrasmettitore eccitatorio a livello retinico) sotto la retina si riesce a stimolarne i neuroni; inoltre si sfrutterà la capacità di particolari strutture, i nanocanali plasmonici, di amplificare il campo elettromagnetico generato dalla luce e di interagire con i neuroni su scala nanometrica, che è quella a cui agiscono le sinapsi…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Nanotecnologie e neuroscienze per lo sviluppo di protesi ottiche: sinapsi ibrida per curare le distrofie retiniche”, insalutenews

Tratto da: https://www.insalutenews.it/in-salute/nanotecnologie-e-neuroscienze-per-lo-sviluppo-di-protesi-ottiche-sinapsi-ibrida-per-curare-le-distrofie-retiniche/