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Sclerosi multipla – Le staminali mesenchimali sono sicure ma non bloccano la malattia

Lo dimostra il più ampio studio mai condotto al mondo, durato 8 anni, per verificare l’efficacia delle cellule staminali mesenchimali isolate dallo stesso paziente nella terapia della sclerosi multipla. I dati mostrano che l’infusione endovenosa delle staminali è sicura, ma non ha effetti di rilievo sull’infiammazione, valutata attraverso il numero di lesioni identificate con la risonanza magnetica e neppure sul decorso della malattia e sulla frequenza di ricadute. La mancanza di un’azione consistente sulle lesioni non esclude tuttavia la possibilità di verificare in futuro se vi siano possibili benefici con altri tipi di cellule mesenchimali, ad esempio del tessuto adiposo, del paziente stesso o di un donatore, o modificando il dosaggio o la frequenza delle somministrazioni. Pubblicati oggi sulla prestigiosa rivista The Lancet Neurology i risultati dello studio multicentrico internazionale MESEMS sul trattamento della sclerosi multipla con cellule staminali mesenchimali autologhe. La ricerca, che ha coinvolto 15 Centri di 9 Paesi, è stata coordinata dall’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova con l’Università degli Studi di Genova e principale finanziatore è l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla AISM con la sua Fondazione (FISM)

Genova – Erano considerate una promettente opzione terapeutica, invece le cellule staminali mesenchimali autologhe, note per la loro capacità di modulare l’azione del sistema immunitario, sono sicure ma non riducono l’infiammazione cerebrale e le lesioni provocate dalla sclerosi multipla.

Lo dimostra il più ampio studio clinico multicentrico internazionale mai condotto sull’argomento, coordinato dall’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova con l’Università di Genova e pubblicato oggi sulla rivista The Lancet Neurology.

Lo studio MESEMS non chiude però tutte le porte alla speranza di poter trovare una strategia neuroprotettiva con le cellule staminali mesenchimali, perché la sicurezza e tollerabilità della procedura, unite alle potenzialità di queste cellule, spronano a indagare se altri tipi di staminali mesenchimali, altre vie di infusione e altri dosaggi o frequenze di somministrazione possano consentire in futuro risultati migliori.

“Dal 2003 AISM e la sua Fondazione, hanno scommesso su quello che allora era un territorio ancora inesplorato, promuovendo e finanziando importanti progetti di ricerca sull’utilizzo delle cellule staminali nella sclerosi multipla. Questo studio coordinato dal San Martino di Genova ha permesso di dare risposte certe alle persone con sclerosi multipla sulla sicurezza delle cellule staminali mesenchimali. Siamo fiduciosi che ulteriori studi su questo tipo di cellule e gli altri studi italiani su altre cellule staminali che finanziamo da anni e che vedono in prima linea anche i ricercatori dell’IRCCS di Genova possano rispondere a tutti quei quesiti che la scienza sottopone e alle attese delle persone per arrivare domani ad avere una terapia efficace per la riparazione del danno” dichiara Mario Alberto Battaglia Presidente della FISM.

Disegno dello studio
Lo studio MESEMS è uno studio multicentrico internazionale di fase 2 che ha coinvolto dal 2012 al 2019 15 Centri per la Sclerosi Multipla in 9 Paesi (Italia, Canada, Regno Unito, Spagna, Francia, Danimarca, Svezia, Austria e Iran) in tutto il mondo, reclutando 144 pazienti…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Sclerosi multipla, battuta d’arresto su staminali mesenchimali: sono sicure ma non bloccano la malattia”, insalutenews

Tratto da: https://www.insalutenews.it/in-salute/sclerosi-multipla-battuta-darresto-su-staminali-mesenchimali-sono-sicure-ma-non-bloccano-la-malattia/