Carcinoma prostatico e malattia cardiovascolare aterosclerotica accertata – La sicurezza cardiovascolare di agonisti e antagonisti del GnRH resta ancora da valutare
“La sicurezza cardiovascolare degli antagonisti e degli agonisti del gonadotropin-releasing hormone (GnRH) nel trattamento di pazienti con carcinoma prostatico e malattia cardiovascolare aterosclerotica accertata (ASCVD) rimane un aspetto irrisolto. Si tratta della principale implicazione clinica dei risultati dello studio PRONOUNCE presentati in una Hot Line session del congresso ESC 2021 e contemporaneamente pubblicati su Ciculation
La ASCVD è la principale causa di morte non oncologica nei pazienti con cancro alla prostata. In relazione ai comuni fattori di rischio, i dati attuali suggeriscono che i due terzi dei pazienti con tumore prostatico hanno un rischio cardiovascolare elevato e quasi un quarto ha una ASCVD accertata. Nei pazienti con cancro della prostata la terapia di deprivazione androgenica (ADT) con antagonisti o con agonisti del GnRH rappresenta una pietra miliare del trattamento. Gli agonisti del GnRH sono la forma più comunemente prescritta di ADT, con solo il 3-4% dei pazienti trattati con un antagonista del GnRH.
L’uso di ADT è stato associato a una maggiore morbilità e mortalità cardiovascolare in studi precedenti, in particolare negli uomini con fattori di rischio cardiovascolare e ASCVD preesistente. Tuttavia, è meno noto se la modalità di soppressione del testosterone (agonista del GnRH o antagonista del GnRH) influisca in modo differenziale sul rischio cardiovascolare, in particolare tra quelli con ASCVD preesistente. Esistono infatti dati contrastanti sulla sicurezza cardiovascolare degli agonisti del GnRH rispetto agli antagonisti del GnRH…”
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Fonte: “Ancora irrisolta la sicurezza cardiovascolare di agonisti e antagonisti del GnRH. Studio PRONOUNCE. #ESC2021”, PHARMASTAR
