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Carcinoma polmonare non a piccole cellule ALK-positivo (ALK+) – In fase 3 brigatinib risulta migliore di crizotinib su progressione ed efficacia intracranica

Nello studio di fase 3 ALTA-1L (NCT02737501), il trattamento con l’inibitore tirosin chinasico (TKI) di ALK brigatinib ha determinato una riduzione del 52% del rischio di progressione della malattia o morte e una riduzione del 56% del rischio di progressione intracranica rispetto all’inibitore di ALK di prima generazione crizotinib in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule ALK-positivo (ALK+). I risultati finali del trial sono stati presentati al congresso della European Society for Medical Oncology (ESMO, svoltosi anche quest’anno in forma virtuale a causa dell’emergenza pandemica) e confermano quelli di due analisi ad interim precedenti

PFS più che raddoppiata con brigatinib
Con un follow-up mediano di 40,4 mesi (range: 0-52,4) nel braccio assegnato a brigatinib (137 pazienti) e 15,2 mesi (range: 0,1-5,7) nel braccio assegnato a crizotinib (138 pazienti), la sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana, valutata da un comitato di revisori indipendenti in cieco (BICR), è risultata più che raddoppiata nel braccio sperimentale: rispettivamente 24 mesi (IC al 95% 18,5-43,2) contro 11,1 mesi (IC al 95% 9,1-13,0) (HR 0,48; IC al 95% 0,35-0,66; P < 0,0001).

I pazienti ancora vivi e non in progressione a 3 anni sono risultati il 43% (95% CI, 34%-51%) nel braccio trattato con brigatinib contro il 19% (IC al 95% 12%-27%) in quello trattato con crizotinib, mentre i tassi di PFS a 4 sono risultati rispettivamente del 36% (IC al 95% 26%-46%) contro 18% (IC al 95% 11%-26%).

Inoltre, la PFS intracranica mediana nella popolazione intent-to-treat (sempre secondo la BICR) è risultata di 44,1 mesi (IC al 95% 32,2-non valutabile [NE]) con brigatinib contro 21,2 mesi IC al 95% 12,9-35,9) con crizotinib (HR 0,44; IC al 95% 0,30-0,65; P < 0,0001).

Nei pazienti con metastasi cerebrali al basale, la PFS intracranica mediana (valutata mediante BICR) è risultata di 24 mesi (IC al 95% 12,9-30,8) con brigatinib (47 pazienti) contro 5,5 mesi (IC al 95% 3,7-7,5) con crizotinib (49 pazienti) (HR 0,29; IC al 95% 0,17-0,51; P < 0,0001)…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Tumore del polmone ALK+, brigatinib meglio di crizotinib su progressione ed efficacia intracranica. #ESMO21”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news//oncoemato/tumore-del-polmone-alk-brigatinib-meglio-di-crizotinib-su-progressione-ed-efficacia-intracranica-esmo21-36392