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Depressione – Riguarda circa il 30-40% degli oltre 15 milioni di italiani con doloro cronico

La depressione riguarda circa il 30-40% degli oltre 15 milioni di italiani con doloro cronico che si ritrova a lottare con variazioni di umore più o meno gravi, fino a quanti dovrebbero ricorrere a trattamenti farmacologici (sono circa il 20%). Anche questo argomento è stato approfondito in questi giorni al Congresso Nazionale di FederDolore SICD (Società Italiana Clinici del Dolore) a Bologna c/o lo Star Hotels Excelsior (15-17 settembre)

Un circolo vizioso quello della depressione e del dolore cronico, che si autoalimentano.
“Il dolore cronico è un’esperienza complessa con risvolti psicologici che possono portare all’isolamento dell’individuo dovuto spesso al peggioramento della qualità della vita. Un cambiamento – spiega Mery Paroli, psicologa e psicoterapeuta – che si traduce per almeno il 40% dei pazienti in cambiamenti del tono dell’umore che andrebbero subito presi in considerazione e valutati correttamente.

Chi soffre di dolore cronico rischia 3 volte di più di ammalarsi di depressione, mentre chi soffre di depressione si ammala tre volte più spesso di dolore cronico. Ma nel dolore cronico associato a depressione quest’ultima molto spesso viene sotto-diagnosticata o non trattata, se lo fosse i pazienti potrebbero trarre beneficio da un trattamento multidisciplinare”.

Nei giovani si esprime sotto forma di rabbia
La rabbia si manifesta nei pazienti che percepiscono la propria vita limitata, impossibilitati a realizzare i propri progetti, che vivono ripetuti fallimenti terapeutici e i sintomi persistono nel tempo.
“E’ un fenomeno che riscontriamo soprattutto tra la popolazione più giovane, che affronta questa situazione in modo molto aggressivo, ferito dal fatto di aver subito un’ingiustizia e senza un possibile riscatto. Vi è anche una rabbia rivolta verso se stessi – prosegue Paroli – in cui il giovane si sente incapace di risolvere la situazione che lo affligge e continua a vivere passivamente. Si è visto come questo tipo di rabbia è poi associato a una maggior intensità del dolore e soprattutto alla depressione”.

Il ruolo dello psicologo
Le linee guida internazionali confermano il ruolo dello psicologo tra le figure da includere nell’equipe di specialisti per la valutazione e il trattamento del dolore cronico, è riconosciuto come parte integrante, e non opzionale, del processo di cura.
“È fondamentale integrare i trattamenti farmacologici con una psicoterapia specifica per ridurre il disagio psicologico e la sofferenza che si accompagnano al dolore cronico. È chiara la priorità di intervento sul dolore – avverte Paroli – ma non per questo devono essere trascurate le conseguenze a breve e lungo termine che questi disagi legati all’umore possono scatenare. Andare dallo psicologo può percepito come un palliativo per distrarre il paziente lamentoso o che sta esagerando. In realtà il nostro lavoro è quello di anticipare comportamenti che possono compromettere il benessere generale del paziente e l’outcome delle terapie”…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Depressione, triplicata nelle persone con dolore cronico”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news//dolore/depressione-triplicata-nelle-persone-con-dolore-cronico-36353