Malattie rare – Leucemia linfatica cronica, beneficio di acalabrutinib in prima linea confermato a 4 anni
“Il trattamento con l’inibitore di BTK di nuova generazione acalabrutinib, da solo o in combinazione con l’anticorpo anti-CD20 obinutuzumab, conferma di offrire un beneficio significativo di sopravvivenza libera da progressione (PFS) rispetto alla chemioimmunoterapia con clorambucile più obinutuzumab nei pazienti con leucemia linfatica cronica non trattati in precedenza. La conferma arriva dai risultati di follow-up aggiornati a 4 anni dello studio registrativo di fase 3 ELEVATE-TN, presentati di recente al congresso annuale dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO)
Dopo un follow-up mediano di 46,9 mesi, acalabrutinib combinato con obinutuzumab ha mostrato di ridurre del 90% il rischio di progressione della malattia o morte rispetto a clorambucile più obinutuzumab (HR 0,10; IC al 95% 0,06-0,17; P < 0,0001), mentre quando usato in monoterapia la riduzione del rischio rispetto alla chemioimmunoterapia è risultata dell’81% (HR 0,19; IC al 95% 0,13-0,28).
Inoltre, il profilo di sicurezza è tollerabilità è rimasto sostanzialmente invariato rispetto all’analisi ad interim, con un follow-up mediano di 28,3 mesi, pubblicata lo scorso anno su Lancet.
«Questi risultati a 4 anni dello studio dimostrano che acalabrutinib, in combinazione con obinutuzumab o in monoterapia, mantiene la sua efficacia e sicurezza rispetto a clorambucile più obinutuzumab nei pazienti con leucemia linfatica cronica naïve al trattamento» ha dichiarato l’autore principale dello studio, Jeff P. Sharman, direttore della ricerca presso il Willamette Valley Cancer Institute e direttore medico della ricerca ematologica dello US Oncology Network…”
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Fonte: “Leucemia linfatica cronica, beneficio di acalabrutinib in prima linea, da solo o in combinazione, confermato anche a 4 anni. #ASCO21”, PHARMASTAR