Tumori rari – Leucemia linfoblastica acuta B, nei soggetti a basso rischio non serve intensificare la pegaspargasi
“Una chemioterapia standard a tre farmaci, senza aggiungere un’intensificazione della pegaspargasi, permette di ottenere la guarigione di quasi tutti i pazienti con leucemia linfoblastica acuta di tipo B identificati come soggetti a basso rischio in base alla clinica, alla risposta precoce e alla citogenetica favorevole. Lo dimostrano alcuni risultati dello studio AALL0331 (NCT03914625) del Children’s Oncology Group (COG), pubblicati di recente sulla rivista Journal of Clinical Oncology
Infatti, i dati di remissione completa continua (CCR) e di sopravvivenza globale (OS) nel gruppo di pazienti a basso rischio sottoposti a un’intensificazione della pegaspargasi in aggiunta al backbone chemioterapico non sono stati significativamente differenti rispetto al gruppo di controllo.
Inoltre, è noto che la terapia standard senza pegaspargasi somministrata in un ambiente ambulatoriale provoca tossicità limitate e comporta un rischio molto basso di morbilità o mortalità legate al trattamento significative.
«Il nostro obiettivo primario era stabilire se l’intensificazione con pegaspargasi post-induzione potesse migliorare il tasso di remissione completa continua, portandolo dal 92% al 96%, ma non abbiamo trovato alcuna differenza tra i due bracci», scrivono gli sperimentatori.
Lo studio AALL0331
Lo studio AALL0331 ha arruolato complessivamente 5377 pazienti con leucemia linfoblastica acuta di tipo B a rischio standard secondo il National Cancer Institute tra il 2005 e il 2010…”
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Fonte: “Leucemia linfoblastica acuta B, nei casi a basso rischio non necessario intensificare la pegaspargasi”, PHARMASTAR