Il Comitato I Malati Invisibili è presente e attivo nel territorio nazionale da aprile 2014.

(+39) 000 0000 000

info@imalatiinvisibili.it
Via Monte Suello 1/12a – 16129 Genova (IT)

Salva

Articoli recenti

CF 95173870106

info@imalatiinvisibili.it

Via Monte Suello 1/12A

16129 Genova (IT)

Epatite cronica D – Le possibili future terapie

L’epatite cronica D o delta è la forma più severa di epatite virale per la quale non ci sono ancora farmaci approvati. Qualcosa però potrebbe arrivare entro quest’anno e diverse molecole in fase di studio stanno dando buoni risultati. Ne ha parlato il prof. Pietro Lampertico, Divisione di Gastroenterologia ed Epatologia, Fondazione IRCCS Cà Granda – Ospedale Maggiore Policlinico,Università di Milano, durante il XIX congresso della SIMIT lo scorso dicembre

Si calcola che 10-20 milioni di individui sono positivi agli anti-HDV, anticorpi che notificano la presenza nel corpo umano del virus dell’epatite delta, microorganismo difettivo che necessita dell’ HBsAg per la sua propagazione.

Impatto dell’HDV
Questo virus può provocare la forma più grave di epatite virale cronica che può evolvere rapidamente verso la cirrosi epatica e il cancro del fegato; questi individui hanno una probabilità 5-7 volte superiore di sviluppare cirrosi e carcinoma epatico (HCC) rispetto ai soggetti con epatite B.

Ad oggi non vi sono terapie approvate dall’ Fda o dall’Ema (gli analoghi nucleosidici (NUC) non sono efficaci, interferone (IFN) va bene solo per pazienti selezionati e con una bassa risposta), sono pertanto necessarie nuove terapie efficaci.

In Italia, la prevalenza di epatite B è dello 0,6% nella popolazione totale e la percentuale di diagnosi è del 29%, la coinfezione con HDV ha una prevalenza del 9.9% tra le persone HBsAg positive che corrisponde al 6.4% negli italiani e al 26.4% tra gli emigrati. Gli anticorpi anti-HDV sono stati rilevati più frequentemente nei pazienti con cirrosi (17,5% vs 5,4%).
In uno studio condotto dai centri di riferimento HDV, la maggior parte (80,3%) degli HDV co-infettati aveva un’età superiore ai 50 anni. La presenza di cirrosi epatica è stata diagnosticata nel 52,4% dei casi.

Trattamento
Tra le nuove opzioni di trattamenti ci sono: lonarfarnib, interferone lamba e bulevirtide…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Epatite delta, cosa possiamo aspettarci in terapia nel prossimo futuro? #SIMIT2020”; PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news//gastro/epatite-delta-cosa-possiamo-aspettarci-in-terapia-nel-prossimo-futuro-simit2020-34414