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Artrite reumatoide all’esordio – Ruolo del microbioma nella risposta a MTX

I risultati di uno studio pubblicato su Arthritis & Rheumatology suggeriscono la possibilità di predire la mancanza di risposta a MTX in pazienti con artrite reumatoide (AR) all’esordio, individuando nel microbioma intestinale un possibile strumento prognostico e un possibile target ulteriore della terapia dell’AR

Quasi un paziente su due, ancora oggi, non risponde in modo soddisfacente a MTX, nonostante il farmaco sia considerato un caposaldo della terapia dell’AR.

A questo riguardo, gli autori dello studio ricordano come il ruolo del microbioma nella risposta ai farmaci dei pazienti con AR fosse noto da tempo: nel 1972, infatti, era stato dimostrato che la sulfasalazina necessitasse dei batteri intestinali per esplicare la sua attività.

Utilizzando l’espressione genica di RNA ribosomale 16S e sofisticate tecniche di sequenziamento genomico, i ricercatori hanno voluto verificare se il microbioma intestinale di un pazienti con AR di nuova diagnosi fosse in grado di influenza la risposta di questi pazienti a MTX.

Disegno e risultati dello studio
I ricercatori hanno estratto il DNA dai campioni fecali di 26 pazienti Usa con AR all’esordio 48 ore prima del trattamento con MTX e hanno identificato le specie batteriche, il grado di eterogeneità delle stesse e le varianti di sequenza ribosomale in ciascun campione.

Solo a questo punto i pazienti sono stati sottoposti a trattamento per os con MTX con una dosaggio medio settimanale di 20 mg (range: 15-25 mg). A questo punto, i partecipanti allo studio sono stati raggruppati pazienti “responder” (39%) o “non responder” (61%) a MTX sulla base di un miglioramento di almeno 1,8 punti del punteggio DAS28 dopo 4 mesi, in assenza di necessità di aggiungere un farmaco biologico.

Dall’analisi dei dati è emerso che i pazienti con un livello significativamente più basso di eterogeneità della composizione del microbioma intestinale (p<0,05), misurato in base al livello di unità operative tassonomiche (OTU), tendevano a rispondere meglio alla terapia con MTX. Nei pazienti che non rispondevano a MTX, si osservava un’abbondanza significativamente più imponente di Firnicutes, una penuria significativamente più importante di Bacteroidetes (p<0,05), e un rapporto più elevato tra Firmicutes e Bacteroidetes. (NdR: le OTU sono cluster di sequenze simili del gene 16S rRNA e rappresentano specie o generi batterici)

Non solo: i ricercatori hanno osservato anche l’esistenza di differenze consistenti in termini di abbondanza di geni microbici intestinali nei pazienti che non rispondevano a MTX.

Riassumendo
“Presi nel loro insieme, questi risultati – spiegano i ricercatori – indicano che il microbioma intestinale dei pazienti con AR all’esordio che rispondono in maniera favorevole a MTX è diverso da quello dei pazienti “non responder”, a suggerire che il microbioma potrebbe essere utilizzato per predire la mancata risposta clinica al trattamento in questione”…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Artrite reumatoide, ruolo del microbioma nella risposta a metotressato”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news//orto-reuma/artrite-reumatoide-ruolo-del-microbioma-nella-risposta-a-metotressato-34327