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Tumori – Partiti i progetti pilota di S.M.A.R.T. Care

Al via in sei Regioni italiane – Campania, Piemonte, Umbria, Liguria, Toscana, Puglia – l’iniziativa “Soluzioni e metodi avanzati di riorganizzazione territoriale in sanità”, messa a punto da Simm e Periplo (la rete delle reti oncologiche). Dal numero 184 del magazine. *IN PARTNERSHIP CON NOVARTIS ITALIA E ROCHE ITALIA

Il tempo è prezioso. Lo è ancora di più quello che precede una diagnosi di tumore, perché “il ritardo diagnostico è un elemento fondamentale nella prognosi del paziente oncologico”. A ricordarlo è Sandro Pignata direttore dell’Unità operativa di oncologia medica, del Dipartimento di urologia e ginecologia dell’Istituto nazionale dei tumori, IRCCS Fondazione G. Pascale di Napoli, che cita a tal proposito una rilevazione avvenuta in Campania, secondo cui il tempo che un paziente impiega per arrivare a un Gruppo oncologico multidisciplinare (Gom) impatta pesantemente sul decorso della malattia. Lo conferma anche una recente revisione di 34 studi scientifici, pubblicata sul British journal of medicine (Bmj), che dimostra come anche solo un mese di ritardo possa influenzare negativamente il rischio relativo di mortalità (Mortality due to cancer treatment delay: systematic review and meta-analysis). “Noi vogliamo incidere sulla presa in carico delle persone con malattia oncologica per renderla più veloce” continua Pignata. “Ma anche sulla qualità della gestione del paziente, sia lungo il percorso di accesso alle cure ospedaliere, sia lungo l’intero percorso della sua vita, indipendentemente da dove si trovi. Per fare in modo che non si senta abbandonato una volta terminate le cure ospedaliere, ma sia preso in carico complessivamente”.Lo specialista si riferisce al progetto S.M.A.R.T. Care (Soluzioni e metodi avanzati di riorganizzazione territoriale in sanità), messo a punto dalla Società italiana di leadership e management in medicina (Simm) e Periplo (rete delle reti oncologiche), in partnership con Roche e Novartis Italia. Il progetto mira a ottimizzare i percorsi assistenziali in ambito oncologico, favorendo una logica di prossimità delle cure, attraverso la decentralizzazione di una parte dell’assistenza sanitaria, tradizionalmente gestita esclusivamente in ospedale, basata sul rafforzamento della rete oncologica territoriale. Un’attività di cui si parla da tempo – e che qualche regione ha già implementato, anche se a macchia di leopardo – ma che questa iniziativa intende portare in maniera capillare su tutto il territorio nazionale attraverso una serie di progetti pilota regionali, alcuni avviati già in questi ultimi mesi del 2020 e altri in programma anche nel 2021.

Le attività in Campania

In Campania, per esempio, il progetto è già partito – tra le complessità dovute alla pandemia di Covid-19 – avviando oltre 1100 pazienti in un percorso di continuità territoriale, come racconta Pignata, che ne è il referente Periplo. La principale attività che si sta portando avanti nella Regione consiste nel facilitare l’accesso dei pazienti oncologici, in carico agli ospedali, alle Asl di riferimento, soprattutto per rispondere alle necessità che possono riscontrare una volta rientrati al domicilio. Spesso, infatti, le persone affette da tumori sono costrette a tornare più volte nei centri clinici e sarebbe di grande valore – sia per il paziente che a livello organizzativo – potenziare l’interazione con il territorio, nei periodi che non richiedano un’assistenza necessariamente ospedaliera.“Il servizio è aperto in 7 Asl su 7 sul territorio” racconta Pignata. “L’attivazione la facciamo in maniera informatica, attraverso una piattaforma della Roc (Rete Oncologica Campana) che abbiamo costruito noi e che gestisce il flusso in entrata e in uscita dei pazienti verso gli ospedali principali della rete oncologica. Ora stiamo cercando di coinvolgere anche i medici di medicina generale (mmg) in modo da usare la Roc per l’invio dei pazienti ai Gom”. Per questo motivo è stata lanciata un’iniziativa con una Fad, per fornire le credenziali della piattaforma informatica ai mmg e fare in modo che siano loro stessi a indirizzare i pazienti ai centri esperti della Regione. Al momento sono 160 su quattro mila i mmg connessi alla piattaforma in grado di inviare direttamente i pazienti ai Gom. “Questo è il piano della rete oncologica per raggiungere il territorio” aggiunge il clinico partenopeo. “In più stiamo lavorando per fare in modo che i Gom comprendano ospedali e strutture territoriali, per far sì, per esempio, che ne facciano parte anche gli oncologi sul territorio in modo da partecipare alle decisioni terapeutiche”.

Le attività in Piemonte

Lo scorso 18 novembre è partito ufficialmente anche il progetto pilota in Piemonte. Oscar Bertetto, direttore del Dipartimento funzionale interaziendale interregionale Rete oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta, referente Periplo per la Regione, racconta che in realtà in Piemonte alcuni servizi sono già attivi da qualche tempo ma non in maniera capillare…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Oncologia territoriale, partiti i progetti pilota di S.M.A.R.T. Care”, ABOUTPHARMA

Tratto da: https://www.aboutpharma.com/blog/2020/12/15/oncologia-territoriale-partiti-i-progetti-pilota-di-s-m-a-r-t-care/