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Sclerosi multipla – Opportunità di trattamento personalizzato con compresse di cladribina

L’importanza della personalizzazione della terapia nel paziente con sclerosi multipla (SM) e le opportunità del trattamento con cladribina compresse sono state il tema di un simposio organizzato nell’ambito del 51° Congresso Nazionale della Società Italiana di Neurologia (SIN) e comoderato dal Prof. Massimo Filippi, direttore dell’Unità di Neurologia, del servizio di Neurofisiologia e dell’Unità di Neuroriabilitazione dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, e dalla Prof.ssa Maria Trojano, dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, i quali hanno lasciato la parola ai tre relatori per poi trarre alcuni key messages

1) PERSONALIZZAZIONE E BILANCIO RISCHIO/BENEFICIO DEL TRATTAMENTO DELLA SM
1a – Il meccanismo d’azione di cladribina
«La cladribina è un derivato della purina caratterizzato da un atomo di cloro che conferisce alla molecola una resistenza alla deaminazione da parte dell’enzima adenosina deaminasi» spiega il prof. Paolo Gallo, primario di Neurologia presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova. «Il farmaco entra nella cellula tramite un trasportatore e, grazie appunto alla resistenza alla adenosina deaminasi, persiste e non viene degradato e quindi si fosforila. Proprio dal rapporto fosforilazione/defosforilazione che è molto alto nei linfociti ne deriva il meccanismo d’azione finale della molecola che consiste in un azione di morte delle cellule che si dividono in modo molto attivo per un’azione sul DNA e in un’azione di apoptosi delle cellule che non si dividono per accumulo della molecola nel mitocondri».

Sono quindi due meccanismi entrambi attivi i quali fanno sì che usando la cladribina si sopprimano soprattutto le cellule nei quali il rapporto tra fosforilazione/defosforilazione è particolarmente alto, ovvero i linfociti B e i linfociti T, spiega Gallo. «Nelle cellule somatiche, invece, dove tale rapporto è molto basso, generalmente non si osservano meccanismi di citolisi e anzi, laddove la cladribina non va in corso a meccanismi di fosforilazione, viene eliminata e quindi non si osservano danni tossici a carico di altri organi e apparati del corpo umano».

1b – Effetti sul sistema immunitario
La cladribina lascia invariato il numero dei neutrofili e dei monociti e ha un’azione molto transitoria e parziale sulle cellule Natural killer, «quindi» afferma Gallo «le cellule del sistema immunitario innato non vengono interessate dall’azione del farmaco che invece è attivo sui linfociti B, in particolare, con un’azione molto rapida e importante che si osserva nei primi due mesi con una deplezione che persiste fino al 6° mese. In seguito i linfociti B ripopolano e si ricostituiscono verso la fine dei 12 mesi dall’inizio della terapia»…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Sclerosi multipla, opportunità di trattamento personalizzato con cladribina. Congresso SIN2020”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news//neuro/sclerosi-multipla-opportunit-di-trattamento-personalizzato-con-cladribina-congresso-sin2020–34151