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Pazienti rari e cronici, non malati di Covid – Ridotti ancora i ricoveri e le prestazioni ambulatoriali

Il report settimanale dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica, campus di Roma: è positiva una persona ogni 4 nuovi soggetti testati, ma quasi tutti i tamponi sono effettuati per sospetto clinico

Roma, 9 novembre 2020 – L’emergenza Covid fa slittare i ricoveri per altre patologie: si iniziano infatti a vedere rimodulazioni delle prestazioni in regime di ricovero da parte delle regioni al fine di impiegare il personale sanitario delle strutture pubbliche o private prioritariamente nella gestione dell’emergenza.

Secondo quanto noto finora al 4 novembre Lombardia, Puglia, Calabria e Campania hanno invece optato per una sospensione integrale dei ricoveri di tutte le classi di priorità, ovvero dal ricovero raccomandato entro 30 giorni fino a quelli che devono comunque essere effettuati entro 12 mesi. L’Abruzzo ha deliberato la sospensione dei ricoveri da effettuare entro 60 giorni fino a 12 mesi. Le restanti regioni italiane non hanno emanato decreti o altri atti regionali relativi a sospensioni delle prestazioni in regime di ricovero.

Anche l’attività ambulatoriale comincia a subire scossoni a causa dell’emergenza Covid: secondo quanto noto finora al 4 novembre la Campania ha deliberato la sospensione di tutte le attività ambulatoriali eccetto quelle urgenti (U) mentre la Calabria ha sospeso le attività differibili e programmate. Le restanti regioni italiane, per quanto noto finora, non hanno emanato decreti o altri atti regionali relativi a eventuali sospensioni delle prestazioni ambulatoriali.

È quanto emerso dalla 27ma puntata dell’Instant Report Covid-19, una iniziativa dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di confronto sistematico dell’andamento della diffusione del Sars-COV-2 a livello nazionale.

L’analisi riguarda tutte le 21 Regioni e Province Autonome con un focus dedicato alle Regioni in cui è stato maggiore il contagio (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Marche e Lazio). Il gruppo di lavoro dell’Università Cattolica, è coordinato da Americo Cicchetti, Professore Ordinario di Organizzazione Aziendale presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore con l’advisorship scientifica del prof. Gianfranco Damiani e della dott.ssa Maria Lucia Specchia del Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica (Sezione di Igiene).

A partire dal Report #4 la collaborazione si è estesa al Centro di Ricerca e Studi in Management Sanitario dell’Università Cattolica (prof. Eugenio Anessi Pessina) e al Gruppo di Organizzazione dell’Università Magna Græcia di Catanzaro (prof. Rocco Reina). Il team multidisciplinare è composto da economisti ed aziendalisti sanitari, medici di sanità pubblica, ingegneri informatici, psicologi e statistici.

La finalità è comprendere le implicazioni delle diverse strategie adottate dalle Regioni per fronteggiare la diffusione del virus e le conseguenze del Covid19 in contesti diversi per trarne indicazioni per il futuro prossimo e per acquisire insegnamenti derivanti da questa drammatica esperienza.

È positiva una persona su 4 nuovi soggetti testati, ma quasi tutti i tamponi sono effettuati per sospetto clinico: infatti, nella settimana 28 ottobre-03 novembre 2020 l’indice di positività rispetto ai test effettuati (ovvero il rapporto tra numero di positivi e numero di persone su cui è stato effettuato un primo tampone) registra un valore medio italiano di 0,25 (1 su 4); un valore massimo di 0,506 in Valle d’Aosta (ovvero è positivo uno su due nuovi testati, però in regione quasi tutti i tamponi sono effettuati per sospetto clinico) e 0,461 in P.A di Trento e un valore minimo di 0,075 in Basilicata (uno ogni 13 ma in regione la metà dei primi tamponi sono fatti come indagine di screening). In Italia l’indice nella settimana precedente (21-27 ottobre 2020), l’indice di positività al test a livello nazionale è stato pari a 0,187 (1 paziente su 5 nuovi soggetti testati).

Quadro epidemiologico
I dati (al 03 Novembre) mostrano che la percentuale di casi attualmente positivi (n = 418.142) sulla popolazione nazionale è pari allo 0,69% (quasi raddoppiato rispetto ai dati del 27/10 in cui si registrava lo 0,42%). La percentuale di casi (n= 759.829) sulla popolazione italiana è in sensibile aumento, passando dallo 0,94% al 1,26%.

Il primato per la prevalenza periodale sulla popolazione si registra nella Valle d’Aosta (2,86%) e Lombardia (2,14%), seguita da Liguria (2,01%) e PA Bolzano (1,85%) ma è in Valle d’Aosta (1,63%), PA Bolzano (1,23%), Lombardia (0,98%)e Toscana (0,91%) che oggi abbiamo la maggiore prevalenza puntuale di positivi, con valori in leggero aumento nelle altre regioni, e con un media nazionale pari a 0,69% (quasi raddoppiata ai dati del 27/10).

Dal report #25 è stata analizzata la prevalenza periodale che corrisponde alla proporzione della popolazione regionale che si è trovata ad essere positiva al virus nell’intervallo di tempo considerato (casi già positivi all’inizio del periodo più nuovi casi emersi nel corso del periodo).

In particolare, è stata individuata, come soglia di riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: proprio la settimana appena trascorsa, tra il 27 ottobre ed il 3 novembre, è ad oggi il periodo in cui si è registrata la massima prevalenza periodale in Italia (741 casi ogni 100.000 residenti). Il valore massimo si registra in Valle D’Aosta (1.767 casi ogni 100.000 residenti), seguita da PA Bolzano (1.237 casi ogni 100.000 residenti). Il dato più basso si registra in Calabria (204 casi ogni 100.000 residenti).

Dal report #25 è stata analizzata la prevalenza puntuale che corrisponde alla proporzione della popolazione regionale che risulta positiva al virus nell’esatto giorno considerato. È stata individuata, come soglia di riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: proprio il 3 novembre è anche la data in cui si è registrata la massima prevalenza puntuale in Italia (694 casi ogni 100.000 residenti). Il valore massimo si registra in Valle D’Aosta (1.633 casi ogni 100.000 residenti), seguita da PA Bolzano (1.231 casi ogni 100.000 residenti). Il dato più basso si registra in Calabria (189 casi ogni 100.000 residenti).

Dal report #21, si introduce una nuova analisi in termini di monitoraggio della prevalenza derivante dal confronto negli ultimi mesi (Prevalenza periodale del 5 settembre-4 ottobre e del 5 ottobre-3 novembre per 100.000 abitanti) si denota come nella maggior parte delle regioni tale indice è incrementato notevolmente. In particolare, nell’ultimo mese la prevalenza di periodo nei 30 giorni è sei volte maggiore. La differenza più significativa riguarda la Valle d’Aosta, la Liguria e la provincia di Bolzano. In particolare, il valore nazionale della prevalenza di periodo è incrementato notevolmente passando da 133,10 (nel periodo 5 settembre-4 ottobre) a 815,25 (nel periodo 5 ottobre-3 novembre).

Letalità e mortalità
Dal report #25 è stata analizzata la letalità grezza apparente del Covid-19 nelle Regioni italiane (27 ottobre-3 novembre 2020) che corrisponde al numero di pazienti deceduti nell’ambito dei soggetti positivi al Covid-19 nell’intervallo di tempo considerato…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Ridotti ricoveri e prestazioni ambulatoriali per pazienti non-Covid: complicanze e peggioramento prognosi. Instant Report ALTEMS”, insalutenews

Tratto da: https://www.insalutenews.it/in-salute/ridotti-ricoveri-e-prestazioni-ambulatoriali-per-pazienti-non-covid-complicanze-e-peggioramento-prognosi-instant-report-altems/