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Epatite C – Nobel a tre scienziati. Nel futuro un solo test

La scoperta dei tre scienziati apre la strada alle nuove armi contro i killer silenziosi. Un solo prelievo per scoprire epatite C e Covid-19? “E’ possibile”. Intervista a Massimo Andreoni docente di Malattie Infettive all’università di Tor Vergata a Roma

“IL LAVORO dei tre Nobel ci ha permesso di sviluppare test in grado di individuare le persone positive, mettendo fine a quella strage silenziosa legata alla trasmissione del virus dell’epatite C, tramite alle trasfusioni di sangue, l’uso di prodotti emoderivati e l’utilizzo di siringhe non sufficientemente sterilizzate. La ricerca è l’unica arma con cui possiamo sconfiggere i nemici invisibili, i virus”. In tempo di Covid, è un messaggio di grande speranza quello che Massimo Andreoni, professore di Malattie Infettive all’Università Tor Vergata di Roma, legge dietro la decisione del Comitato per il Nobel di assegnare il prestigioso premio agli scopritori del virus HCV, responsabile dell’epatite C. Michael Houghton, Harvey Alter e Charles Rice hanno il merito di aver smascherato un killer silenzioso, responsabile della morte di 400mila persone ogni anno in tutto il mondo.

Diversi, ma paralleli

I paralleli con il virus Sars-Cov-2 sono inevitabili. Non per le caratteristiche biologiche – sono virus molto diversi – ma per il ruolo degli asintomatici, un “esercito di untori” inconsapevoli. Individuarli tutti potrebbe mettere fine alla diffusione dell’epatite C, così come si sta cercando di fare per i pazienti positivi al nuovo coronavirus. Solo che, a differenza del nuovo coronavirus, per le persone positive all’HCV oggi abbiamo super farmaci in grado di sconfiggerlo definitivamente. Si tratta dei cosiddetti DAAs, che in poche settimane eliminano il virus nella quasi totalità dei casi. I DAAs hanno rivoluzionato le prospettive terapeutiche dei pazienti affetti da epatite C. “Oltre 70 milioni di persone nel mondo hanno avuto la possibilità di curarsi sconfiggendo direttamente il virus”, sottolinea Antonio Moschetta, ricercatore della Fondazione AIRC dell’Università di Bari, che all’epatite C ha dedicato una parte del suo ultimo libro Ci vuole fegato (edito da Mondadori).”Questa cura ha ridotto la possibilità di far evolvere la malattia del fegato verso la cirrosi e verso il tumore del fegato”, aggiunge…”

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Fonte: “Nobel, nel futuro un solo test per l’epatite C”, LA STAMPA

Tratto da: https://www.lastampa.it/salute/2020/10/05/news/nobel_nel_futuro_un_solo_test-269557337/