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Sindrome mielodisplastica – Meno trasfusioni con l’inibitore della telomerasi imetelstat

Il trattamento con l’inibitore della telomerasi imetelstat ha ridotto in modo significativo la necessità di trasfusioni frequenti di globuli rossi in più del 40% dei pazienti con sindrome mielodisplastica a rischio basso, non portatori della delezione 5q e ricaduti o refrattari al trattamento con agenti che stimolano l’eritropoiesi (ESA), nello studio di fase 2/3 IMerge, presentato al convegno annuale della European Hematology Association (EHA), che quest’anno si è tenuto in forma virtuale per via della pandemia di coronavirus

Imetelstat
I pazienti con sindrome mielodisplastica a rischio basso che sono trasfusione-dipendenti e hanno una malattia ricaduta o refrattaria al trattamento con ESA hanno poche opzioni terapeutiche a disposizione.

Imetelstat è il capostipite di una nuova classe di farmaci, quella degli inibitori della telomerasi, ed è il primo entrato in fase clinica. Il farmaco ha come bersaglio le cellule che hanno telomeri più corti rispetto alla norma e in cui l’enzima telomerasi è attivo, come quelle tumorali; queste caratteristiche sono state osservate nei pazienti con sindrome mielodisplastica in tutti gli stadi della malattia.

La molecola ha dimostrato un’attività clinica nelle neoplasie mieloidi.

Lo studio IMerge
IMerge è un trial di fase 2/3 a braccio singolo, con disegno in aperto, nel quale si è valutato imetelstat in pazienti con sindrome mielodisplastica a basso rischio, non portatori della delezione 5q, ricaduti o refrattari al trattamento con ESA e dipendenti dalle trasfusioni di globuli rossi.

Risultati già ottenuti nella porzione di fase 2 dello studio, e presentati nella scorsa edizione del congresso, hanno dimostrato che imetelstat è in grado di indurre un’indipendenza trasfusionale duratura in questi pazienti.

Al congresso EHA di quest’anno, gli autori hanno presentato dati aggiornati a lungo temine di efficacia e sicurezza, nonché sui biomarker, relativi a 38 pazienti trattati nella porzione di fase 2 dello studio, che era in aperto, e a braccio singolo.

I partecipanti, tutti naïve alla lenalidomide e agli agenti ipometilanti, sono stati trattati con imetelstat a un dosaggio pari a 7,5 mg/kg per via endovenosa ogni 4 settimane.

L’endpoint primario dello studio era la percentuale di pazienti indipendenti dalle trasfusioni di globuli rossi per almeno 8 settimane consecutive dal momento dell’ingresso nello studio. Gli endpoint secondari erano la percentuale di pazienti indipendenti dalle trasfusioni di globuli rossi per almeno 24 settimane consecutive e la durata dell’indipendenza trasfusionale.

L’età media dei pazienti arruolati era di 71,5 anni e il 25% era di sesso maschile.

Tutti i partecipanti avevano un fabbisogno trasfusionale elevato (≥ 8 unità di globuli rossi nell’arco di 16 settimane, ≥ 4 unità di globuli rossi nell’arco di 8 settimane) e l’84% aveva un fabbisogno di ≥ unità di globuli rossi nell’arco di 8 settimane, con una mediana di 8 unità di globuli rossi nell’arco di 8 settimane.

L’89% dei pazienti era stato trattato in precedenza con ESAve il 32% aveva livelli di eritropietina >500 U/l. Inoltre, il 71% presentava sideroblasti ad anello.

I risultati dello studio

Alla data del 4 febbraio 2020, il 42% dei pazienti (16) aveva ottenuto l’indipendenza dalle trasfusioni di globuli rossi per almeno 8 settimane consecutive e il 75% (12) ha mostrato un aumento dei livelli di emoglobina di almeno 3 g/dl rispetto ai valori pre-trattamento nel periodo di indipendenza trasfusionale…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Sindrome mielodisplastica, meno trasfusioni con imetelstat, capostipite degli inibitori della telomerasi. #EHA2020”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news//oncoemato/sindrome-mielodisplastica-meno-trasfusioni-con-imetelstat-capostipite-degli-inibitori-della-telomerasi-eha2020-32945