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Sclerosi multipla – Livelli elevati di plasma della proteina ‘neurofilamento leggero’ possono essere un marcatore della progressione malattia

Livelli elevati di plasma della proteina denominata neurofilamento leggero (NfL) nelle prime fasi della sclerosi multipla (SM) risultano legati a un aumentato rischio di peggioramento della disabilità. È quanto suggerisce un ampio studio caso-controllo pubblicato su “Neurology”

I pazienti affetti da SM con alti livelli plasmatici di NfL, una misura di danno assonale, avevano dal 40% al 70% in più di probabilità di avere un peggioramento della disabilità nell’anno successivo, e avevano maggiori probabilità di avere disabilità a lungo termine e sostenuta, riferiscono gli autori dello studio, guidati da Ali Manouchehrinia, dell’Istituto Karolinska di Stoccolma (Svezia).

L’utilità clinica del test
«Questi risultati suggeriscono che livelli elevati di queste proteine misurati all’inizio nel corso della malattia possono aiutarci a prevedere come la malattia si svilupperà e monitorare come agisce il trattamento» dichiarano. Sono necessarie ulteriori ricerche prima che un esame del sangue possa essere utilizzato regolarmente in ambienti clinici «ma i nostri risultati sono incoraggianti» osservano i ricercatori.

«In malattie come la SM che è così imprevedibile e varia così tanto da una persona all’altra, avere un esame del sangue non invasivo come questo potrebbe essere molto utile, soprattutto perché i trattamenti sono più efficaci nelle prime fasi della malattia» specificano.

Precedenti piccoli studi, tra cui un’analisi di 122 pazienti della coorte CLIMB, hanno legato i valori NfL del siero nei primi anni dopo l’insorgenza della SM a misure a lungo termine del carico di lesioni cerebrali e dell’atrofia. Uno studio di caso-controllo sul personale militare attivo degli Stati Uniti ha anche mostrato che i livelli di NfL nel plasma erano aumentati 6 anni prima dell’insorgenza clinica della SM, suggerendo che potrebbe essere usato come marcatore dei prodromi di malattia.

L’NfL può essere quantificato nel siero in modo affidabile da saggi matrice di singole molecole, ha osservato la nota Zoe Leonie Elise van Kempen, dell’Università di Amsterdam (Olanda) e coautori, in un editoriale di accompagnamento. «Questo rende l’NfL il biomarcatore candidato ideale di danni assonali acuti e cronici».

Correlazione con le pietre miliari dell’EDSS
In questa analisi, Manouchehrinia e colleghi hanno esaminato un sottoinsieme di casi di SM e controlli basati sulla popolazione e abbinati per sesso ed età, tratti da due studi prospettici: l’Epidemiological Investigation of Multiple Sclerosis (EIMS) e le coorti di Immunomodulation and Multiple Sclerosis Epidemiology (IMSE). Il follow-up mediano è stato di 5 anni…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Sclerosi multipla, dai livelli plasmatici di neurofilamento leggero un marcatore di progressione?”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news//neuro/sclerosi-multipla-dai-livelli-plasmatici-di-neurofilamento-leggero-un-marcatore-di-progressione-32864