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Malattie rare – Leucemia linfatica cronica ricaduta/refrattaria, acalabrutinib conferma la sua alta efficienza a lungo termine

Il trattamento con l’inibitore della tirosin chinasi di Bruton (BTK) di nuova generazione acalabrutinib continua a dimostrarsi più efficace rispetto ai regimi standard, con un profilo di sicurezza tollerabile, in pazienti con leucemia linfatica cronica ricaduti o refrattari a trattamenti precedenti. La conferma arriva dai risultati finali dello studio di fase 3 ASCEND, presentati in modo virtuale al congresso annuale dell’Associazione europea di ematologia, l’EHA

Dopo un follow-up mediano di 22 mesi, la monoterapia con acalabrutinib ha dimostrato di ridurre del 73% il rischio di progressione della malattia o decesso rispetto ai regimi di confronto (bendamustina più rituximab o idelalisib più rituximab).
Inoltre, nel gruppo trattato con l’inibitore di BTK, i pazienti ancora vivi e non in progressione a 18 mesi sono risultati il 34% in più rispetto al gruppo trattato con i regimi standard.

«I risultati finali dello studio ASCEND confermano i risultati riportati l’anno scorso dopo l’analisi intermedia e dimostrano l’efficacia e la sicurezza favorevoli di acalabrutinib rispetto ai regimi di cura standard nei pazienti con leucemia linfatica cronica recidivante o refrattaria» ha dichiarato ai nostri microfoni l’autore principale dello studio, Paolo Ghia, Professore Ordinario di Oncologia Medica presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

Acalabrutinib
Acalabrutinib è già approvato in 9 Paesi, ma non ancora nell’Unione europea, per il trattamento di pazienti adulti con leucemia linfatica cronica, e in 14 Paesi per il trattamento di pazienti con linfoma a cellule mantellari già sottoposti ad almeno una terapia precedente. Nel novembre 2019 il farmaco ha avuto il via libera della Food and Drug Administration per il suo utilizzo in pazienti adulti con leucemia linfatica cronica e l’azienda che lo sta sviluppando (AstraZeneca) ha già depositato la domanda di approvazione anche alla European medicines agency.

L’approvazione delle agenzie regolatorie si è basata in parte sui risultati di un’analisi ad interim dello studio ASCEND, con un follow-up mediano di 16,1 mesi. Quest’analisi aveva evidenziato che la mediana della sopravvivenza libera da progressione (PFS) non era ancora stata raggiunta con acalabrutinib mentre era di 16,5 mesi con i regimi di confronto (HR 0,31; IC al 95% 0,20- 0.49; P < 00001), con una riduzione del 69% del rischio di progressione o morte nel braccio trattato con l’inibitore. Inoltre, a 12 mesi, l’88% dei pazienti trattati con acalabrutinib era vivo e non mostrava segni di progressione della malattia contro il 68% dei controlli.

Lo studio ASCEND
Lo studio ASCEND (NCT02970318) è uno studio multicentrico internazionale, randomizzato, in aperto, nel quale si è valutata l’efficacia di acalabrutinib in pazienti con leucemia linfatica cronica già trattati in precedenza, ma ricaduti o risultati refrattari a questi trattamenti…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Leucemia linfatica cronica ricaduta/refrattaria, acalabrutinib conferma il suo vantaggio a lungo termine. #EHA2020”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news//oncoemato/leucemia-linfatica-cronica-ricaduta-refrattaria-acalabrutinib-conferma-il-suo-vantaggio-a-lungo-termine-eha2020-32832