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Spondiloartrite assiale (axSpA) – Trattamento tempestivo con certolizumab pegol risulta efficace nel ridurre la degenerazione grassa del midollo osseo

In pazienti con spondiloartrite assiale (axSpA), il trattamento tempestivo con certolizumab pegol (CZP) riduce tempestivamente l’infiammazione, mitigando il rischio di “fatty lesion” nel lungo termine (4 anni) (1). Queste le osservazioni provenienti da un’analisi dello studio di fase 3 RAPID-axSpA, presentata nel corso del congresso EULAR. Lo studio aveva già dimostrato la capacità del farmaco di ridurre la progressione radiografica di malattia a 4 anni (2) in un ampio spettro di pazienti con axSpA – da quelli affetti da spondilite anchilosante (SA), con evidenza radiografica di sacroileite, a quelli senza variazioni radiografiche iniziali, pur in presenza di malattia attiva (nr-axSpA)

Razionale e disegno dello studio
L’axSpA è una malattia cronica caratterizzata da infiammazione delle articolazioni sacroiliache e del rachide, causando dolore lombare severo e rigidità motoria. Alcune evidenze di letteratura suggeriscono che l’infiammazione spinale cronica potrebbe essere associata ad osteoproliferazione, con conseguente formazione di sindesmofiti e anchilosi spinale, a cui fanno seguito un peggioramento della mobilità e della funzione dei pazienti (2).

Le “fatty lesion”, degenerazioni grasse del midollo osseo, rilevate all’imaging a risonanza magnetica (MRI), sono considerate dei precursori post-infiammatori ai cambiamenti sopra indicati.

CZP è un farmaco anti-TNF di provata efficacia nel trattamento dei segni e dei sintomi di axSpA (3,4)  che si è dimostrato in grado anche di ridurre infiammazione, rilevata mediante MRI, dell’articolazione spinale e sacroiliaca, nonché di limitare la progressione radiografica di malattia a livello del rachide fino a 4 anni di trattamento (5).

L’obiettivo di questa analisi è stato quello di valutare gli effetti delle primissime variazioni infiammatorie post-basali sulla prevalenza di “fatty lesion” in un ampio spettro di popolazione di pazienti con axSpA trattati con il farmaco anti-TNF.

Lo studio RAPID-axSpA è uno studio di Fase 3, in doppio cieco e controllato vs placebo fino alla 24esima settimana, poi in doppio cieco fino alla 48esima e, infine, in aperto fino alla settimana 204.

I pazienti che soddisfacevano i criteri ASAS per l’axSpA, con malattia attiva, sono stati stratificati per la presenza di AS o di nr-axSpA alla randomizzazione in base ai criteri modificati di New York.

CZP è stato somministrato al dosaggio di 200 mg a cadenza quindicinale o di 400 mg a cadenza mensile e i pazienti inizialmente randomizzati a trattamento attivo hanno continuato ad utilizzare il farmaco fino alla fine dello studio. I pazienti randomizzati inizialmente a placebo sono passati a trattamento con CZP a partire dalla 24esima settimana o, in caso di mancata risposta alla terapia, a partire dalla 16esima…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Spondiloartrite assiale, certolizumab pegol efficace nel ridurre la degenerazione grassa del midollo osseo (fatty lesion) #EULAR 2020”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news//orto-reuma/spondiloartrite-assiale-certolizumab-pegol-efficace-nel-ridurre-la-degenerazione-grassa-del-midollo-osseo-fatty-lesion-eular-2020-32659