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Malattia infiammatoria intestinale (IBD) in fase attiva e Covid-19, infiammazione e localizzazione possono influenzare la vulnerabilità all’infezione

Nei pazienti con malattia infiammatoria intestinale, età, infiammazione e localizzazione della malattia hanno un impatto sull’espressione dei recettori a cui si lega il virus SARS-CoV-2, influenzando la vulnerabilità all’infezione. Sono i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista Gastroenterology

Anche se l’attuale pandemia di coronavirus comporta lievi sintomi di tipo influenzale nella maggior parte dei pazienti, la malattia può causare complicanze gravi e spesso letali come una polmonite progressiva, sindrome da distress respiratorio acuto e insufficienza d’organo causata da iperinfiammazione e dalla tempesta di citochine. Nel contesto delle malattie infiammatorie intestinali (IBD) è importante capire se i chi ne soffre, per esempio a causa dell’espressione intestinale dell’enzima ACE2, potrebbe essere particolarmente sensibile al Covid-19 e alla sindrome da rilascio di citochine associata al danno polmonare e a esiti fatali.

Differenti espressioni di alcuni enzimi nelle IBD
Dopo aver analizzato i campioni prelevati da pazienti con malattia infiammatoria intestinale (IBD) e dai controlli, i ricercatori hanno individuato delle differenze nell’espressione dell’enzima di conversione dell’angiotensina 2 (ACE2), il recettore per la proteina spike virale, e dell’enzima serina proteasi transmembrana 2 (TMPRSS2), che facilita l’ingresso del virus nelle cellule.

Hanno confrontato l’espressione dell’Rna degli enzimi ACE2 e TMPRSS2 nel sangue tramite il sequenziamento dell’estremità appaiata e nelle biopsie della mucosa di ileo e colon di 138 pazienti con IBD naïve al trattamento e 154 controlli con disturbi gastrointestinali funzionali. I partecipanti sono stati reclutati in sei centri europei dal 2012 al 2015 e nessuno di loro era stato infettato dal virus SARS-CoV-2.

Risultati dello studio

  • Nei controlli, l’espressione di ACE2 nell’ileo terminale era 25 volte superiore rispetto al colon, in linea con gli studi precedenti
  • Nei pazienti con IBD, l’espressione di ACE2 nell’ileo terminale era 10 volte maggiore rispetto al colon, mentre l’espressione di TMPRSS2 era inferiore rispetto al colon, sia nei controlli che nei soggetti con IBD…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “IBD in fase attiva e Covid-19, età, infiammazione e localizzazione possono aumentare la vulnerabilità all’infezione”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/gastro/ibd-in-fase-attiva-e-covid-19-et-infiammazione-e-localizzazione-possono-aumentare-la-vulnerabilit-allinfezione-32414