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Malattie del tessuto connettivo rare e non – La mancata interruzione della terapia non ha comportato un aumento del rischio di Covid-19

I pazienti con malattia del tessuto connettivo che hanno continuato le cure reumatologiche non hanno presentato un innalzamento del rischio di Covid-19, stando ai risultati di uno studio italiano, pubblicato sotto forma di editoriale sulla rivista the Journal of Rheumatology che si iscrive nel solco degli studi pubblicati in reumatologia in rapporto con il Covid-19

Razionale e disegno dello studio
“La crescenta diffusione della pandemia di Covid-19 ha aumentato i timori relativi alla gestione dei pazienti reumatologici fragili – scrivono gli estensori dell’editoriale. – In particolare, è noto che i pazienti affetti da malattie del tessuto connettivo presentano un rischio più elevato di infezione rispetto alla popolazione sana in ragione di un’alterazione generale del sistema immunitario intrinseca alla malattia autoimmunitaria, all’effetto iatrogenico legato all’impiego di farmaci immunosoppressori e al numero elevato di comorbilità che spesso complicano il quadro clinico”.

“D’altro canto – aggiungono i ricercatori – l’incremento progressivo delle conoscenze sulla patogenesi dell’infezione sta aprendo la strada all’impiego di alcuni farmaci utilizzati in Reumatologia per trattare anche il Covid-19”.

Per analizzare l’impatto del Covid-19 nei pazienti affetti da malattia del tessuto connettivo, i ricercatori hanno condotto una survey che ha coinvolto pazienti ammessi e seguiti presso il Centro di Ricerca per le malattie Reumatologiche dell’adulto e del bambino presso l’ASST Gaetano Pini di Milano.

Sono state intervistate 123 persone di età superiore ai 18 anni. Di queste, 61 erano affette da LES; 43 da sclerosi sistemica, 10 da sindrome di Sjogren e 9 da malattia del tessuto connettivo indifferenziata. Di questi 123 pazienti, 100 erano di sesso femminile; l’età media del campione era pari a 49,3 anni, mentre la durata media di malattia era pari a 10,2 anni.

La survey ha preso in considerazione informazioni di carattere demografico e clinico, come pure il riscontro di infezione sostenuta da SARS-CoV-2 mediante conferma diagnostica con tampone naso-faringeo.

E’ stata rilevata anche la frequenza di sintomatologia respiratoria da sospetto di infezioni virali, e valutato l’impatto dell’epidemia di Covid-19 sul comportamento dei pazienti e la storia naturale di malattia reumatologica.

La survey è stata condotta dalla fine del mese di febbraio alla fine di marzo, o tramite colloqui faccia a faccia con i pazienti o mediante intervista telefonica.

Risultati principali
Quasi il 60% dei pazienti era stato sottoposto a trattamento con DMARDcs (31 con idrossiclorochina, 22 con micofenolato, 11 con MTX, 8 con azatioprina e uno con ciclosporina…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Malattie del tessuto connettivo, la mancata interruzione della terapia non ha aumentato il rischio di Covid-19”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/orto-reuma/malattie-del-tessuto-connettivo-la-mancata-interruzione-della-terapia-non-ha-aumentato-il-rischio-di-covid-19-32361