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Coronavirus – Conte riapre tutta l’Italia il 4 maggio ma attenzione alla curva del contagio

Il piano elaborato per la fase 2 prevede una ripartenza omogenea: le scuole restano chiuse. Nuove prescrizioni per negozi e attività commerciali: quattro clienti ogni dieci metri quadri
ROMA. Saranno stati quei numeri in picchiata del Pil, dato a meno 9,1 dal Fondo monetario. Oppure le note informative del Viminale sui rischi di rivolta sociale. Fatto sta che il governo ingrana la quinta: lancia la fase 2 verso la riapertura dal 4 maggio che non riguarderà solo le fabbriche, ma anche negozi e forse, chissà, anche bar, ristoranti e stabilimenti balneari. Si lascerà poi alle Regioni – informano dal ministero dell’Economia – la libertà di varare misure più rigorose. Fermo restando che si potrà tornare a uscire, ma senza varcare i confini della propria regione. Magari con una fascia oraria protetta per bambini e anziani.
 
Il piano, come del resto ha affermato lo stesso premier al Senato, «sarà omogeneo su base nazionale». «Tenendo però sotto controllo la curva del contagio», ha aggiunto. Che significa garantire con la app il tracciamento e il test per casi sospetti, istituire l’obbligo di mascherina nei luoghi pubblici al chiuso, dimostrare un’adeguata struttura di Covid hospital per affrontare eventuali nuove emergenze. Una condizione che potrebbe creare qualche problema alle regioni meno attrezzate del Sud. Anche se il viceministro della salute, Pierpaolo Sileri, precisa: «Nelle ultime settimane visitando il meridione ho registrato importanti progressi, ma continueremo a vigilare». Si sta anche ragionando se prevedere un meccanismo automatico di richiusura del Paese nel caso i posti letto Covid risultassero insufficienti rispetto a una nuova crescita dei contagi.
 
Imprese, uffici e attività commerciali dovranno invece rispettare le prescrizioni che la task force di Colao sta finendo in questi giorni di mettere nero su bianco. Le fabbriche, per esempio, dovranno rivedere la loro filiera produttiva per garantire il distanziamento. Che significa chiudere i reparti non essenziali ai fini produttivi, distribuire i lavoratori lungo turni di lavoro più brevi ma anche più estesi nell’arco della giornata. Senza escludere i sabati e le domeniche. Un modo completamente nuovo di concepire l’orario di lavoro che in qualche misura interesserà anche altre attività produttive e comunque indispensabile a risolvere l’altro problema, quello dell’affollamento dei mezzi di trasporto nelle ore di punta non più concepibile nell’era Covid. E comunque su bus, treni e metrò ci si siederà lasciando sempre libero il posto a fianco, e i posti in piedi si conteranno sulle dita delle mani. Via libera poi anche al bike sharing e, forse, all’abrogazione della Ztl.
 
La sorpresa è la riapertura anche dei negozi, dove tanti esercenti sono con l’acqua alla gola. Tra questi potrebbero rialzare le saracinesche anche quelli di abbigliamento e calzature ma per tutti varranno le regole fondamentali del distanziamento, ossia si entra uno per volta e non più di un tot persone a metro quadro. L’ipotesi è di 4 clienti per 10 metri quadri. Per palestre e centri estetici se ne riparlerà più in là, mentre i parrucchieri potrebbero riaprire, ma servendo un cliente per volta e su appuntamento. Ovviamente tutto con guanti e mascherina…”
Per continuare a leggere la news originale:
Fonte: “Conte riapre tutta l’Italia il 4 maggio “Ma occhio alla curva del contagio”,” LA STAMPA CRONACA