Occlusioni coronariche croniche – Con la procedura percutanea (PCI) successo nel 90% dei trattamenti
“Il Presidente del GISE Tarantini: “Risultati fortemente legati al volume di attività del centro e dell’operatore. Necessarie più formazione e strumentazioni adeguate per curare i pazienti sintomatici nonostante terapia medica”. Interventistica cardiovascolare complessa, gli esperti del GISE riuniti a Napoli
Milano – La procedura coronarica percutanea (PCI) nelle occlusioni coronariche croniche (CTO) si è evoluta nell’ultimo decennio e sta raggiungendo una fase di standardizzazione nella terminologia e nella pratica.
Il paziente affetto da CTO, pur con gravi comorbidità e estrema complessità delle lesioni, è trattato con una percentuale di successo superiore al 90%. Tali risultati sono fortemente legati al volume delle procedure del centro e dell’operatore.
Queste le conclusioni del congresso chiuso a Napoli dal GISE (Società Italiana di Cardiologia Interventistica) e dedicato interamente a quelle che vengono definite le CTO-PCI.
“Parliamo dell’avanguardia dell’interventistica cardiovascolare complessa – ha affermato il Presidente del GISE Giuseppe Tarantini – ma l’elevata difficoltà tecnica, il timore di complicanze da parte di operatori meno esperti e l’assenza di strumentazioni adeguate in alcuni laboratori portano ad una grande variabilità nel numero delle CTO-PCI effettuate nelle 267 emodinamiche italiane”.
Il convegno ha riunito gli esperti di interventistica coronarica complessa italiana che, a partire da casi clinici registrati o interventi trasmessi in diretta e discussi interattivamente, hanno esaminato tutti gli aspetti clinici e tecnico-procedurali delle ricanalizzazioni delle occlusioni coronariche croniche.
“Le CTO-PCI sono indicate in quasi il 20% dei pazienti affetti da coronaropatia, percentuale che aumenta con l’avanzare dell’età – ha ricordato Tarantini – Come GISE dobbiamo sempre più attivare percorsi di formazione perché un più ampio numero di persone possa beneficiare di queste procedure interventistiche che richiedono preparazione specifica e training accurati. In Italia nel 2018 ne sono state effettuate 6.158, ma se su tutte le angioplastiche il tasso è del 3,5%, nei 7 centri di eccellenza si arriva al 7%. Consideriamo inoltre che lo scorso anno solo nel 22% dei casi sottoposti a PCI si è indicata la CTO. Le motivazioni sono state principalmente legate alla mancanza di strumenti idonei e a scarsa preparazione ed esperienza”.
Centrale il ruolo del GISE nell’armonizzare le conoscenze, rendendo più esteso e omogeneo l’uso di tale procedura…”
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Fonte: “Occlusioni coronariche croniche, con la procedura percutanea successo nel 90% dei trattamenti”, insalutenews