Glaucoma – Laser a bassa energia come primo approccio terapeutico
“In arrivo nuovi farmaci che promettono un’ottima capacità di abbassamento della pressione oculare
Roma – Il glaucoma, definito il ‘ladro silenzioso della vista’, è una patologia dell’occhio che riconosce nell’ipertono oculare il maggior fattore di rischio. Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha però dimostrato che, oltre al danno del nervo ottico, si assiste anche ad un processo neurodegenerativo che coinvolge alcune strutture cerebrali. Ad esserne colpiti sono circa 1 milione di italiani, ma si stima che oltre 500mila persone non sappiano di averlo. Non solo: il decorso è asintomatico e si manifesta in genere quando è già in uno stadio avanzato, portando il paziente a cecità. Per questa ragione è importante fare una diagnosi precoce e intervenire tempestivamente.
Ma quali sono oggi le principali terapie a disposizione dei pazienti? Tra colliri, anche a base di cannabis, nuovi farmaci in arrivo, trattamenti laser e chirurgici, si è parlato soprattutto di questo a Roma in occasione del corso di formazione sul glaucoma diretto dal dott. Stefano Baiocchi, responsabile del Centro Glaucoma Uoc Oculistica Aou Senese e consigliere di AIMO, organizzato in occasione del 10° Congresso nazionale dell’Associazione Italiana Medici Oculisti in corso a Roma.
“L’impiego di colliri a base di cannabis andrebbe limitato agli stadi terminali del glaucoma cronico ad angolo aperto – ha spiegato il dott. Baiocchi – per quei pazienti che non rispondono bene ad altre terapie. Tali colliri sono tra quelli che hanno maggiore capacità di controllo del dolore e aiutano a ridurre la pressione oculare, ma non in maniera significativamente superiore ad un semplice collirio betabloccante. La percentuale di abbassamento oscilla tra il 5 e 20%, non di più”.
Tra gli effetti ‘supposti positivi’ dei colliri a base di cannabis, anche la neuroprotezione da parte degli endocannabinoidi, quali l’anandamide, un analogo strutturale di uno dei principi attivi della cannabis.
“Ma gli effetti di neuroprotezione – ha tenuto a sottolineare l’esperto – non sono dimostrati da nessuno studio scientifico randomizzato e controllato. Insomma: i colliri a base di cannabis, utilizzati tra l’altro da una cerchia molto ristretta di pazienti con glaucoma, non sono farmaci al di sopra della media, anzi, forse leggermente al di sotto. Ci sono tante aspettative su questo campo legato all’utilizzo della cannabis, ma non è la panacea, non è l’arma letale”.
I colliri a base di cannabis, inoltre, a differenza di altri per cui è sufficiente un impiego da 1 a 2 volte al giorno, vanno somministrati 4 volte al giorno. “Per il paziente è molto pesante seguire una terapia del genere – ha detto Baiocchi- C’è poi un effetto di ‘accumulo’, per cui dopo quattro mesi di terapia si è obbligati a sospendere il trattamento”…”
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Fonte: “Glaucoma, attenzione ai colliri a base di cannabis. Laser a bassa energia come primo approccio terapeutico”, insalutenews