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Ictus ischemico – Potrebbe essere efficace l’infusione precoce di cellule mononucleate del midollo osseo

L’infusione precoce di cellule del midollo osseo potrebbe aiutare i pazienti a riprendersi da un ictus ischemico acuto, come dimostrato da uno studio di fase I a braccio singolo, i cui risultati sono stati pubblicati online su “Stem Cells”

A differenza delle cellule staminali mesenchimali autologhe, le cellule mononucleate (MNC) non richiedono il passaggio in coltura, il che consente di effettuare test nella finestra terapeutica post-ictale in fase precoce.

Le MNC del midollo osseo sono interessanti negli studi di medicina rigenerativa perché possono essere rapidamente isolate, sono arricchite con cellule progenitrici ematopoietiche, mesenchimali ed endoteliali, e consentire applicazioni autologhe.

«Il potenziale rigenerativo delle MNC derivate dal midollo osseo è attribuito a vari meccanismi che influiscono sul recupero dell’ictus» scrivono i ricercatori guidati da Sean I. Savitz, direttore dell’Institute for Stroke and Cerebrovascular Disease presso UTHealth, Houston.

«Queste cellule migrano verso il sito della lesione, rilasciano citochine e altri fattori trofici, diminuiscono le vie proinfiammatorie e sovraregolano quelle antinfiammatorie. Inoltre, migliorano l’angiogenesi, la neurogenesi e la sinaptogenesi».

Per lo studio, Savitz e colleghi hanno reclutato 25 pazienti per ricevere una dose IV delle proprie cellule mononucleate del midollo osseo entro 72 ore dall’insorgenza dell’ictus, un periodo di tempo supportato da precedenti studi preclinici.

Hanno seguito i pazienti per 1 anno e confrontato i risultati con un gruppo di controllo di 185 pazienti sottoposti a trattamento post-ictale convenzionale. Gli esiti primari erano eventi avversi gravi correlati allo studio e la percentuale di pazienti che completava con successo l’intervento dello studio.

I ricercatori hanno riportato i risultati di 25 pazienti che hanno ricevuto MNC del midollo osseo. L’età media dei pazienti nei gruppi MNC e di controllo era di 61 e 63 anni, rispettivamente, il 53% era di sesso femminile e il 69% era bianco.

Non sono stati osservati eventi avversi correlati allo studio nel gruppo MNC, ma tre (12%) hanno avuto espansione dell’infarto tra arruolamento e raccolta e sono stati sottoposti a emicraniectomia elettiva dopo infusione cellulare.

Dati indicativi di riparazione microstrutturale
L’imaging a risonanza magnetica avanzata ha rivelato che l’anisotropia frazionaria media (FA), una misura di integrità strutturale e coerenza direzionale delle fibre assonali, all’interno del ponte ipsilesionale era diminuita tra 1 e 3 mesi dopo l’ictus «il che si traduceva in un FA relativo [rFA] paragonabile a precedenti rapporti a questo punto» scrivono gli autori…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Ictus ischemico, possibili benefici da infusione precoce di cellule mononucleate del midollo osseo”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/neuro/ictus-ischemico-possibili-benefici-da-infusione-precoce-di-cellule-mononucleate-del-midollo-osseo-30398