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Dolore acuto – Il futuro è cure su misura e mix di principi attivi

Mal di schiena e artrite, emicrania, cervicalgia e postumi di interventi chirurgici. A soffrire di dolore acuto e persistente sono circa 12 milioni di italiani mentre il 90% delle persone lo ha sperimentato almeno una volta nella vita

A oggi, spesso, questo problema non viene affrontato in modo appropriato dai medici di medicina generale e dagli specialisti e manca un’appropriata conoscenza anche nei pazienti. Il risultato è che il ricorso a farmaci analgesici è tuttora inadeguato e molti si limitano a iniziare con gli antinfiammatori non steroidei (FANS) per poi scegliere direttamente gli oppioidi deboli e quindi i forti, in una “escalation” che aumenta il rischio di dosaggi sempre più alti ed effetti collaterali maggiori.

Il futuro è il mix di principi attivi che associano un antinfiammatorio a oppioidi deboli, in grado di “accerchiare” il dolore agendo, sia contro l’infiammazione che a livello del sistema nervoso centrale e periferico, per un’azione rapida e completa sul dolore.

Queste sono tra le novità più importanti emerse al congresso “Unmet Needs in Pain Medicine”, appena concluso a Berlino e co-organizzato dalla Fondazione Internazionale Menarini, dall’Ospedale Universitario Charité di Berlino e dalla Fondazione Paolo Procacci, che ha visto riuniti i massimi esperti mondiali.

Che si tratti di dolore post-operatorio o di emicrania, tra i 20-44 anni, una persona su 4 soffre di dolore per la durata di un anno, tra i 45-64 anni, uno su 3; tra gli over 65, oltre la metà. La spesa per il consumo di analgesici in Italia ammonta a circa un miliardo l’anno, di cui 500 milioni per i FANS, 150 milioni per gli oppioidi forti, 130 milioni oppioidi deboli, 150 milioni paracetamolo. “Da molti anni il percorso della terapia antalgica – spiega Giustino Varrassi, co-presidente del congresso e presidente del World Institute of Pain (WIP) – prevede una scala antalgica con tre passaggi progressivi, partendo dall’uso di antinfiammatori non steroidei per poi passare agli oppioidi deboli e quindi ai forti, ma serve un approccio diverso, che preveda una valutazione attenta delle cause scatenanti il dolore e la possibile terapia con associazioni di principi attivi.

Secondo le più recenti evidenze i farmaci vanno scelti non tanto sulla base dell’intensità del dolore, ma secondo i loro meccanismi di azione, per proporre il prima possibile la terapia ‘su misura’ più appropriata. Così facendo, infatti, si può migliorare il decorso clinico del paziente, evitare la cronicizzazione del dolore e garantire gli stessi effetti con dosaggi inferiori e minori eventi avversi”. In sostanza uno più uno, in questo caso fa tre: ovvero la combinazione produce un’efficacia superiore a quella che si ottiene sommando gli effetti dei singoli farmaci…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Dolore acuto per 12 milioni di italiani: il futuro è cure su misura e mix di principi attivi”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/dolore/dolore-acuto-per-12-milioni-di-italiani-il-futuro-cure-su-misura-e-mix-di-principi-attivi–29968