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Riabilitazione territoriale e ospedaliera – Servizi e tariffe troppo disomogenei. In arrivo le nuove linee guida del Ministero

Trasmesso alle Regioni il documento messo a punto da Lungotevere Ripa che intende mettere ordine nell’area della riabilitazione. Occorre “superare la distanza tra le unità operative ospedaliere e i servizi di tipo distrettuale (ambulatoriali, domiciliari, residenziali e semiresidenziali) caratterizzati da responsabilità gestionali diverse, da budget separati, da strumenti di valutazione autonomi e criteri di ammissione/dimissione non assimilabili”. IL DOCUMENTO

Nuove regole per la riabilitazione ospedaliera e territoriale. Trasmesso alle Regioni, dopo anni di lavoro e annesse polemiche, il documento del Ministero della Salute sulle nuove linee d’indirizzo per l’attività di riabilitazione.

Le ragioni delle nuove linee guida sono spiegate dal Ministero che evidenzia come oggi “di fronte a prestazioni uguali o simili erogate da strutture riabilitative, troviamo una molteplicità di denominazioni, con la difficoltà di riportare a sistema gli interventi e di offrire correttezza e appropriatezza nelle risposte ai bisogni espressi dai cittadini. Anche le normative sull’accreditamento, pur prendendo spunto dal medesimo provvedimento legislativo nazionale non sono state in grado, nell’attuazione regionale di risolvere questo problema”.

“Il risultato – rileva il Ministero – è che ci troviamo di fronte a volumi di attività e distribuzione dei servizi molto sbilanciati fra le diverse regioni e, talvolta tra aree diverse della stessa regione, con interventi che molte volte privilegiano il regime di ricovero ospedaliero e altre volte quello ambulatoriale e territoriale.
Anche la continuità assistenziale, perseguita negli indirizzi, è spesso realizzata attraverso la somma dei diversi interventi/prestazioni e non mediante una coerente continuità operativa per raggiungere gli obiettivi previsti dal PRI come definito nelle linee guida. Infatti. il percorso di presa in carico globale della persona. dalla valutazione del bisogno riabilitativo fino alla conclusione dell’intervento. evidenzia molte lacune, specie sotto il profilo della prevenzione o degli interventi precoci, e la mancanza di un collegamento organico tra le diverse fasi compromette la continuità assistenziale e ostacola una piena ripresa della persona riabilitata”.

Per questa ragione “sembra necessario un percorso graduale che conduca a tale soluzione organizzativa e che consenta di superare la distanza tra le unità operative ospedaliere e i servizi di tipo distrettuale (ambulatoriali, Domiciliari, residenziali e semiresidenziali) caratterizzati da responsabilità gestionali diverse, da budget separati, da strumenti di valutazione autonomi e criteri di ammissione/dimissione non assimilabili. Potrebbe essere utile, quindi, iniziare il percorso dalla predisposizione, approvazione e implementazione dei PDTA riabilitativi per le principali patologie e condizioni e dalla condivisione degli strumenti (scale di valutazione e modalità di redazione del Progetto riabilitativo individuale) volti a favorire l’integrazione dei percorsi”.

Da Lungotevere Ripa evidenziano poi come “sotto l’aspetto economico si registra una pluralità di tariffazioni diverse talvolta anche all’interno della stessa regione, ancor più nella riabilitazione territoriale. Questo rende necessaria una più corretta ed omogenea codifica delle attività riabilitative ospedaliere attribuibili ai codici 56, 60, 75 e 28. così come nella classificazione dei trattamenti riabilitativi territoriali in termini di contenuti e di risorse impiegate.

ATTIVITÀ RIABILITATIVA OSPEDALIERA 

Nel documento si rileva come i ricoveri di riabilitazione ospedaliera erogati nell’anno 2017 ammontano a circa 340.000, di cui più del 90% in regime ordinario ed il rimanente in regime diurno.

Nel documento si prescrive di “rendere omogenee, secondo quanto previsto dal Piano di indirizzo le modalità di utilizzo dei posti letto ospedalieri, ordinari e diurni. di riabilitazione intensiva (definiti dal cod. 56) ed intensiva ad alta specializzazione (definiti dai codici 28 e 75) e di riabilitazione estensiva, attraverso l’individuazione dei criteri di appropriatezza legati alla tipologia delle patologie disabilitanti (neurologiche, ortopediche, ecc.) ed alle condizioni del paziente sotto il profilo clinico funzionale.

Tale individuazione può avvenire solo tramite un’adeguata valutazione degli elementi clinico-funzionali e sociali dai quali deve scaturire il PRI che permetterà la scelta del setting più appropriato di cure riabilitative in regime di ricovero. Risulta quindi evidente che solo attraverso il progetto riabilitativo elaborato dal medico specialista in riabilitazione, così come definito nelle Linee guida e nel Piano di indirizzo, si potrà avere un governo dell’intero percorso riabilitativo assistenziale ed un utilizzo corretto delle molteplici offerte di intervento riabilitativo in regime di ricovero, favorendo non solo un utilizzo appropriato delle risorse disponibili. ma soprattutto un intervento riabilitativo che permetta il miglior recupero delle capacità funzionali e delle autonomie del paziente”.

Il Ministero evidenzia poi come “l’accesso alla degenza riabilitativa avviene di norma a seguito di un evento acuto che ha determinato un ricovero ospedaliero. Una deroga a questo principio è prevista qualora il ricovero sia dovuto alla riacutizzazione della disabilità/patologia a domicilio oppure a situazioni cliniche acute e disabilitanti, documentate nel PRI. che non necessitano di un ricovero in reparto per acuti, ma possono essere appropriatamente prese in carico dal reparto ospedaliero di riabilitazione.

Limiti per ricoveri di riabilitazioni provenienti dal territorio. La quota dei ricoveri regionali provenienti da domicilio in tutte le discipline di riabilitazione (cod. 56. cod. 28. cod. 75) non dovrebbe di norma superare il 20% del totale dei ricoveri stessi. Tale quota non costituisce una limitazione all’accesso, ma è da intendersi come riferimento generale nei confronti del quale le Regioni, nell’ ambito della propria autonomia. possono adottare apposite rimodulazioni. sulla base di PDTA regionali, formalmente approvati, o a particolari evidenze epidemiologiche locali. Le regioni disciplinano le modalità di accesso del paziente dal domicilio alla struttura di riabilitazione…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Riabilitazione territoriale e ospedaliera. “Servizi e tariffe troppo disomogenei”. Arrivano le nuove linee guida del Ministero. Limite del 20% per ricoveri provenienti dal territorio. Il testo”, Quotidiano sanità

Tratto da: https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=75539