Sepsi – Individuati 4 nuovi fenotipi, possibilità per trattamenti più mirati
“La sepsi è una sindrome eterogenea; riuscire a distinguerne i diversi fenotipi clinici, potrebbe permettere di offrire ai pazienti un trattamento più mirato e quindi di migliorare la loro prognosi. Un team multidisciplinare di esperti, ricorrendo a tecniche di machine learning e all’intelligenza artificiale, è riuscito a caratterizzare quattro diversi fenotipi della sepsi, ognuno con caratteristiche cliniche e laboratoristiche, implicazioni di prognosi e trattamento diverse. L’articolo su JAMA
All’arrivo in ospedale, è possibile individuare rapidamente alcuni fenotipi di sepsi, correlati con diversi biomarcatori di risposta ed esiti clinici, e dunque rilevanti al fine di prevedere l’effetto del trattamento?
Secondo gli autori di uno studio pubblicato da JAMA, la risposta è affermativa e dalle pagine del loro lavoro propongono una classificazione in quattro nuovi fenotipi di sepsi, indicati dalle lettere greche (alfa, beta, gammae delta), che differiscono tra loro per dati demografici, valori di laboratorio, quadri di disfunzione d’organo; fenotipi che correlano con alcuni biomarcatori e con tassi di mortalità e che possono rappresentare un’utile guida al trattamento.
Questi risultati sono stati ottenuti analizzando i dati di quasi 64mila pazienti distribuiti in tre coorti osservazionali. Da questa mole di dati, gli autori hanno selezionato 20.189 pazienti che rientravano nei criteri cosiddetti Sepsis-3, entro 6 ore dall’arrivo in 12 ospedali della Pennsylvania.
Successivamente, nelle simulazioni effettuate utilizzando i dati di 3 studi clinici randomizzati su pazienti con sepsi (su un totale di 4.737 pazienti) e di uno studio di coorte prospettico su pazienti con sepsi originata da una polmonite, anche gli esiti dei trattamenti, hanno mostrato una correlazione con la tipologia del fenotipo…”
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Fonte: “Sepsi: individuati 4 nuovi fenotipi. Consentiranno un trattamento più mirato”, Quotidiano sanità
Tratto da: http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=74347