Mieloma multiplo smouldering – Rischio di progressione malattia ridotto con lenalidomide
“La monoterapia con l’antitumorale lenalidomide nel mieloma non sintomatico riduce il rischio di progressione verso la malattia sintomatica o il danno d’organo rispetto al mantenimento sotto osservazione, secondo i risultati di uno studio di fase III che saranno a breve presentati al del prossimo congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) 2019, che inizierà a Chicago il 31 maggio
Dopo 3 anni il 91% dei pazienti trattati con lenalidomide era vivo e la malattia non era progredita, rispetto al 66% di quelli randomizzati all’osservazione (p=0,0005), ha riferito Sagar Lonial del Winship Cancer Institute della Emory University di Atlanta. Nel braccio di trattamento, i tassi di sopravvivenza libera da progressione sono stati del 98% al primo anno e del 93% al secondo anno, contro rispettivamente all’89% e al 76% nel braccio di osservazione.
Il quadro clinico denominato smouldering multiple myeloma (SMM, o mieloma indolente) è stato definito come una condizione caratterizzata da una proliferazione midollare di plasmacellule monoclonali, dall’assenza di sintomi clinici e da un elevato tasso di progressione a mieloma multiplo attivo. L’incidenza delle forme di SMM sul totale delle diagnosi di mieloma multiplo è di circa l’8-20%. I pazienti che ne sono affetti, in generale hanno una probabilità annua di progressione alla malattia attiva del 10%.
Lo sviluppo della malattia sintomatica nei pazienti affetti da mieloma smouldering è caratterizzato da evidenti danni agli organi, siano essi lesioni ossee o fratture, anemia o problemi correlati ai reni o al midollo osseo. «Il passaggio allo stato sintomatico in molti pazienti comporta lo sviluppo di una morbilità irreversibile e porta spesso al decesso», ha detto Lonial, spiegando che è proprio in questa fase che le strategie di prevenzione potrebbero svolgere un ruolo importante.
Lo studio
Lo studio di fase III E3A06 ha coinvolto 182 pazienti che presentavano mieloma in fase di sviluppo per lo più a rischio intermedio o alto e senza danno d’organo indicativo di SMM, come dimostrato tramite risonanza magnetica. Sono stati randomizzati a restare sotto osservazione o a ricevere giornalmente 25 mg di lenalidomide nei giorni 1-21 di cicli di 28 giorni più 325 mg di aspirina al giorno, con stratificazione dei pazienti ad alto rischio in base al tempo dalla diagnosi (≤ 1 anno o > 1 anno). Complessivamente, circa il 50% dei soggetti trattati ha raggiunto una risposta obiettiva alla terapia…”
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Fonte: “Mieloma multiplo smouldering, lenalidomide riduce il rischio di progressione a di malattia”, PHARMASTAR