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Carcinoma gastroesofageo – Per i pazienti anziani e fragili è ideale una chemioterapia a bassa dose

L’impiego di un regime palliativo a dosaggio ridotto a base di oxaliplatino e capecitabina per il trattamento di pazienti anziani e soprattutto fragili con carcinoma gastroesofageo avanzato ha permesso di ottenere una sopravvivenza simile a quella di un regime standard, ma con tassi inferiori di tossicità di alto grado e una migliore qualità di vita. Questi sono i risultati dello studio randomizzato GO2 che verrà presentato al prossimo congresso dell’ASCO di Chicago

In questo gruppo di pazienti – oltre la metà dei quali considerati molto fragili – le dosi più basse di questi farmaci sono meno tossiche e non inferiori alle dosi standard in termini di endpoint primario, cioè la sopravvivenza libera da progressione (PFS), ha riferito l’autore dello studio Peter S. Hall, clinical senior lecturer in cancer informatics and health economics all’Università di Edimburgo in Scozia.

La gestione del carcinoma gastroesofageo nei pazienti anziani e fragili
“L’età media alla diagnosi di un paziente con un cancro gastroesofageo avanzato nel Regno Unito è di circa 75 anni, e molti di questi pazienti sono fragili o hanno comorbidità di tipo medico”, ha continuato Hall. “La chemioterapia standard per questi pazienti è stata valutata in studi clinici che hanno incluso una popolazione più giovane (età media di circa 65 anni) e più selezionata (senza comorbidità e senza fragilità)”.

Di conseguenza, molti pazienti anziani o fragili con carcinoma gastroesofageo avanzato vengono trattati con un’ampia gamma di regimi chemioterapici non supportati da evidenze scientifiche, ha spiegato Hall. Nel precedente studio 321GO eseguito dal loro gruppo, questa popolazione di pazienti è stata trattata con uno schema standard a 3 farmaci, con uno a 2 farmaci e con una monoterapia di 1 farmaco

“I risultati hanno mostrato che lo schema a 2 farmaci aveva il miglior rapporto rischio/beneficio. Pertanto, abbiamo scelto di valutare lo schema a 2 farmaci nell’ambito di uno studio di fase III di grandi dimensioni chiamato GO2, eseguito nel Regno Unito con l’obiettivo di individuare i livelli ottimali di dosaggio di quello specifico schema nei pazienti fragili o anziani, con un’enfasi particolare sulle tossicità e sui benefici clinici”, ha detto Hall.

Lo studio GO2
Lo studio randomizzato di fase III GO2 è stato pianificato per individuare la dose ottimale di oxaliplatino e di capecitabina, per valutare il beneficio clinico ottimale, la tollerabilità, la qualità della vita e la soddisfazione del paziente e per determinare l’utilità di trattamento globale (OTU) in 514 pazienti con carcinoma gastrico o esofageo avanzato. Questi pazienti avevano un’età mediana di 76 anni (range 51 – 96 anni) e un ECOG performance status ≥ 2 nel 31% dei casi; la maggior parte di essi è stata considerata fragile (86%, 82% e 76% nei bracci A, B e C) o molto fragile (rispettivamente 61%, 56% e 58%)…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Carcinoma gastroesofageo: chemioterapia a bassa dose ideale per i pazienti anziani e fragili”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/oncoemato/carcinoma-gastroesofageo-chemioterapia-a-bassa-dose-ideale-per-i-pazienti-anziani-e-fragili-29522