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Caregiver – Chi assiste paziente con demenza spesso soffre a sua volta di ansia e depressione

Uno studio americano ha studiato gli effetti di una strategia comportamentale, il metodo Leaf, su queste persone. Nello studio condotto, dopo un intervento di appena sei settimane, sono arrivati i primi risultati positivi

(Reuters Health) – Molto è stato scritto sugli stress e le esigenze emotive di chi si prende cura dei familiari con demenza. Un nuovo studio statunitense suggerisce che parte di questo onere può essere alleviato da una formazione che aiuta i caregivers a concentrarsi sugli aspetti positivi della loro esperienza. In uno studio randomizzato e controllato, i ricercatori hanno dimostrato che un programma di allenamento online di sei sessioni ha prodotto modesti miglioramenti nell’ansia e nella depressione del caregiver.

I caregiver presentano livelli elevati di angoscia e depressione – spiega l’autrice principale dello studio, Judith Moskowitz, professoressa e diretttice della ricerca
l’Osher Center for Integrative Medicine della Northwestern University di Chicago – Ci sono programmi per aiutarli, ma di solito hanno a che fare con la preparazione ad affrontare le attività di cura effettive”. “Questo studio dimostra che “un programma che insegna ad avere più emozioni positive aiuta gli assistenti a fronteggiare meglio le richieste di caregiving – ribadisce Moskowitz – È unico in quanto descrive un insieme di otto abilità che aiutano ad avere più emozioni positive su base giornaliera”.

L’intervento ideato da Moskowitz e dai suoi colleghi ha insegnato abilità che hanno dimostrato di aumentare le emozioni positive: notare e concentrarsi su eventi positivi, provare gratitudine per quegli eventi, avere maggiore consapevolezza, ricercare aspetti positivi anche negli eventi stressanti, concentrarsi sui propri punti di forza, stabilire obiettivi raggiungibili e trovare modi per mostrare gentilezza.

Lo studio
. Per testare l’intervento messo a punto, i ricercatori hanno reclutato 170 caregiver di paziento con demenza, assegnandoli in modo casuale a uno dei due gruppi: il gruppo di intervento, in cui i volontari hanno appreso abilità emozionali positive come riconoscere un evento positivo quotidiano e tenere un diario di gratitudine, e il gruppo di controllo, in cui ai volontari è stato chiesto di compilare questionari giornalieri sui loro sentimenti. Dopo le prime sei settimane, anche i membri del gruppo di controllo hanno ricevuto l’intervento comune al primo gruppo.
All’inizio e alla fine del periodo di studio, i volontari hanno compilato questionari per valutare depressione, ansia e stato di salute fisica…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Caregiver, strategia comportamentale contro lo stress”, Quotidiano sanità

Tratto da: http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=73617