Sclerosi multipla – Durante trattamento con DMF sono stati valutati i cambiamenti dei sottotipi linfocitari d
“È stato pubblicato online su “Neurology” uno studio condotto per valutare i cambiamenti funzionali nel repertorio dei linfociti e le conseguenti implicazioni cliniche in corso di trattamento con dimetilfumarato (DMF) a rilascio ritardato nei pazienti con sclerosi multipla (SM) recidivante-remittente (RRSM). Positivi i dati di safety
Gli esiti, in termini di sicurezza, sono infatti rassicuranti, non essendosi osservato alcun aumento del rischio di infezioni gravi ed essendo risultata sufficiente la conta assoluta dei linfociti (ALC) per l’identificazione precoce di una condizione di linfopenia.
Quanto era noto
«Il DMF è un trattamento orale approvato per i pazienti con RRSM» ricordano gli autori, coordinati da Robert J. Fox, del Morsani College of Medicine, University of South Florida, Tampa.
Nei pazienti in terapia con DMF, il declino delle ALC si verifica tipicamente entro il primo anno di trattamento per poi stabilizzarsi, aggiungono. Una precoce caduta dell’ALC è stata associata a un successivo sviluppo di linfopenia grave e prolungata (ALC <0,5 x 10 alla 9/L per > 6 mesi) durante il trattamento.
«Tuttavia», precisano i ricercatori, «il grado di variazione dell’ALC non è indicativo di risposta, in quanto i pazienti con e senza linfopenia hanno dimostrato riduzioni simili nel tasso di recidiva rispetto al placebo negli studi registrativi».
Inoltre, proseguono Fox e colleghi, non è stata osservata con DMF rispetto a placebo negli studi registrativi controllati un’aumentata incidenza di infezioni gravi, incluse quelle opportunistiche. Sono stati segnalati rari casi di leucoencefalopatia multifocale progressiva (PML) associata all’uso di DMF in presenza di una grave e prolungata linfopenia…”
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Fonte: “SM, valutati i cambiamenti dei sottotipi linfocitari durante trattamento con DMF. Positivi dati di sicurezza”, PHARMASTAR