Tumore del polmone – Nei pazienti con metastasi epatiche e cerebrali, pembrolizumab e chemio migliorano la sopravvivenza
“La combinazione di immunoterapia e chemioterapia è efficace nei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC) non squamoso avanzato, con metastasi epatiche o cerebrali. Sono i principali risultati di un’analisi post-hoc dello studio di fase 3 KEYNOTE-189 presentata al congresso annuale dell’American Association for Cancer Research in corso ad Atlanta (Georgia)
Pembrolizumab in combinazione con la chemioterapia ha infatti ridotto il rischio di morte del 38% (HR = 0,62; IC 95%: 0,39-0,98) in pazienti con metastasi epatiche e del 59% (HR = 0,41; IC 95%: 0,24-0,67) in pazienti con metastasi cerebrali, rispetto alla chemioterapia da sola.
Sono i principali risultati di un’analisi post-hoc dello studio di fase 3 KEYNOTE-189, che ha valutato pembrolizumab in combinazione con pemetrexed e cisplatino o carboplatino in pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule non squamoso avanzato, indipendentemente dall’espressione tumorale di PD-L1 e senza mutazioni di EGFR o ALK, presentata al congresso annuale dell’American Association for Cancer Research in corso ad Atlanta (Georgia).
Pembrolizumab in combinazione con la chemioterapia ha anche migliorato la sopravvivenza libera da progressione (PFS), con una riduzione del rischio di progressione o morte del 48% (HR = 0,52; IC 95%: 0,34-0,81) in pazienti con metastasi epatiche e del 58% (HR = 0,42; IC 95%: 0,27-0,67) in quelli con metastasi cerebrali, rispetto alla sola chemioterapia.
“Nei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule avanzato che presentano metastasi epatiche o cerebrali, la prognosi è sempre stata storicamente sfavorevole”, ha spiegato la dott.ssa Marina Garassino, responsabile della Struttura Semplice di Oncologia Medica Toraco Polmonare presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale di Tumori di Milano.
“In questa analisi post-hoc, pembrolizumab in combinazione con la chemioterapia ha prodotto un beneficio di sopravvivenza globale e libera da progressione rispetto alla sola chemioterapia, indipendentemente dalla presenza di metastasi epatiche o cerebrali al momento dell’arruolamento. Questi risultati esplorativi sono in linea con i dati nella popolazione totale dello studio KEYNOTE-189”.
Al Congresso AACR, durante la sessione plenaria e in conferenza stampa, saranno presentati anche i risultati di un’analisi aggregata degli studi di fase 2 KEYNOTE-158 e di fase 1b KEYNOTE-028 che hanno valutato pembrolizumab in pazienti con tumore del polmone a piccole cellule (SCLC) avanzato precedentemente trattati…”
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Fonte: “Tumore del polmone: pembrolizumab e chemio migliorano la sopravvivenza nei pazienti con metastasi epatiche e cerebrali”, PHARMASTAR