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Malattie rare – Leucemia mieloide acuta, come le cellule tumorali riescono a sopravvivere dopo il trapianto di midollo

Prof.ssa Chiara Bonini: “L’attivazione dei processi inibitori nei linfociti T, in particolare in quelli ‘di memoria’ che si trovano nel midollo osseo, precedono di molto la ricomparsa del tumore. Il prelievo di queste cellule dal midollo dei pazienti e la loro analisi potrebbe costituire in futuro una strategia di diagnosi precoce della recidiva”

Milano, 26 marzo 2019 – Il trapianto di midollo da donatore è una delle terapie più efficaci per curare la leucemia mieloide acuta (AML), grazie all’attività antitumorale del sistema immunitario che viene trasferito dal donatore al paziente. Spesso però, a seguito del trapianto, le cellule leucemiche sviluppano delle strategie con cui sfuggono al sistema immunitario. Il risultato è la recidiva.

Un gruppo di ricercatori dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano ha studiato questo processo analizzando le cellule tumorali e i linfociti T che cercano di sconfiggerle, prima e dopo la terapia. Attraverso analisi genetiche e di espressione genica, i ricercatori hanno svelato le strategie di sopravvivenza che il tumore mette in atto sotto la pressione immunologica del trapianto.

I risultati pubblicati ieri in due articoli su Nature Medicine e Nature Communicationspotrebbero avere implicazioni dirette per il trattamento clinico delle recidive nell’AML.

La ricerca è stata condotta grazie al sostegno di AIRC ed è stata coordinata da Luca Vago, medico e capo unità di ricerca, dalla professoressa Chiara Bonini, vice direttrice della divisione di ricerca in Immunologia, Trapianti e Malattie Infettive e dal professor Fabio Ciceri, primario dell’Unità di Ematologia e Trapianti di Midollo Osseo.

L’attività antitumorale del trapianto di midollo origina in larga misura dalla non totale compatibilità tra il sistema immunitario del donatore e le cellule tumorali del paziente. Questa reciproca incompatibilità, pur parziale, è segnalata dalla presenza di diverse classi di molecole, chiamate HLA, sulla superficie di queste cellule.

Tale diversità facilita il lavoro dei linfociti T trapiantati nel riconoscere il tumore come un elemento estraneo, da attaccare ed eliminare. Cosa accade allora quando il tumore recidiva? Perché in questa situazione le cellule del sistema immunitario trapiantato non sembrano in grado di riconoscere il tumore e agire di conseguenza?

Già nel 2009, gli stessi ricercatori che oggi firmano i due articoli avevano trovato una parte della risposta. A volte a salvare le cellule leucemiche è una mutazione genetica nel DNA, che cambia le molecole HLA presenti sulla loro superficie e le rende più simili (e quindi invisibili) alle cellule del sistema immunitario trapiantato.

Una scoperta che ha già influenzato la pratica clinica: quando ciò accade i medici sanno che si deve ricorrere a un secondo trapianto di midollo, da un donatore diverso dal primo. Questa modifica genetica non spiega però tutte le recidive che si osservano…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Leucemia mieloide acuta: scoperto come le cellule tumorali sopravvivono dopo il trapianto di midollo”, insalute news

Tratto da: https://www.insalutenews.it/in-salute/leucemia-mieloide-acuta-scoperto-come-le-cellule-tumorali-sopravvivono-dopo-il-trapianto-di-midollo/