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Elevata pressione arteriosa negli adulti più giovani – Aumento del rischio di demenza tardiva

Un’elevata pressione arteriosa negli adulti più giovani sembra essere legata a un aumentato rischio di demenza in età avanzata, secondo una nuova ricerca pubblicata online su “Neurology”

In particolare, i risultati dello studio condotto su individui di età pari o superiore a 40 anni hanno mostrato quelli con livelli di pressione sanguigna superiori a 120/80 mmHg ma che non erano necessariamente considerati ipertesi (definiti da valori pari a 140/90 mmHg) avevano volumi cerebrali inferiori in regioni associate a deterioramento cognitivo.

Tali evidenze supportano un potenziale beneficio neuroprotettivo dello screening regolare della pressione arteriosa nei soggetti adulti tra i 19 ei 40 anni per identificare quelli a rischio. «La nostra ricerca fornisce nuove informazioni sulla relazione tra i livelli di pressione arteriosa e il cervello» sostengono gli autori, guidati da Lina Schaare, del Dipartimento di Neurologia dell’Istituto Max Planck per le scienze cognitive e cerebrali umane a Lipsia (Germania).

«Lo studio» proseguono «dimostra che la pressione arteriosa superiore a 120/80 mmHg è legata alla riduzione dei volumi di materia grigia, il che sottolinea l’importanza delle variazioni della pressione arteriosa nell’intervallo cosiddetto “normale” per l’integrità cerebrale dei giovani adulti». Questo – sottolineano i ricercatori – suggerisce che «i livelli di pressione arteriosa moderatamente elevati dovrebbero essere già oggetto di trattamento nella prima età adulta per preservare la salute del cervello per tutta la vita».

Le differenze rispetto alle ricerche precedenti
Studi precedenti supportano un’associazione tra ipertensione nella mezza età e rischio di disfunzione cognitiva in età tardiva, inclusa la malattia di Alzheimer (AD) a esordio tardivo.

Altri ricercatori hanno fatto un ulteriore passo in avanti e hanno esaminato strutture cerebrali specifiche. In più studi sono emerse associazioni tra ipertensione e cambiamenti subclinici funzionali e strutturali del cervello, tra cui la riduzione del volume del cervello nel lobo temporale mediale e in altre regioni.

Studi neuropatologici hanno anche collegato l’aumento della pressione arteriosa nella mezza età con un minor peso post-mortem del cervello e aumenti dei grovigli neurofibrillari nell’ippocampo e delle placche neuritiche ippocampali e corticali.

«Tuttavia, gli effetti di un’elevata pressione arteriosa sul cervello degli adulti prima dei 40 anni non erano chiari» osservano i ricercatori. Per verificare l’ipotesi che l’innalzamento della pressione arteriosa potesse essere correlata con i volumi cerebrali regionali inferiori, in particolare nei lobi frontali e temporali mediali, Schaare e colleghi hanno valutato quattro set di dati non pubblicati di individui senza precedente diagnosi di ipertensione.

Il disegno dello studio, metodi e risultati
I ricercatori hanno identificato 423 partecipanti di età compresa tra 19 e 40 anni provenienti da studi più ampi condotti a Lipsia, tra il 2010 e il 2015. Hanno poi combinato i dati utilizzando una meta-analisi basata sull’imaging, una tecnica che promuove «una valutazione cumulativa ben potenziata dei risultati attraverso le differenze tra gli studi»…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Lieve ipertensione in giovane età e rischio di demenza tardiva per riduzione del volume di aree cerebrali, nuove prove”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/cardio/lieve-ipertensione-in-giovane-et-e-rischio-di-demenza-tardiva-per-riduzione-del-volume-di-aree-cerebrali-nuove-prove-28672