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Metagenomica computazionale – Scoperti e catalogati 150mila batteri del microbioma umano

Molti di questi microrganismi sono più prevalenti in popolazioni non occidentalizzate che in occidente, probabilmente come conseguenza del processo di industrializzazione. Uno studio di metagenomica computazionale, coordinato dal team di Nicola Segata dell’Università di Trento è stato pubblicato online oggi sulla prestigiosa rivista scientifica “Cell”. Ricostruiti più di 1.800 genomi del nuovo batterio precedentemente sconosciuto denominato “Candidatus Cibiobacter qucibialis”

NICOLA SEGATA MAPPATURA DEI BATTERI; organizzatore UNIVERSITA’ DI TRENTO, CIBIO; Laboratorio di Metagenomica computazionale, Povo 2
FOTO DI ALESSIO COSER

Trento – Il più ricco catalogo di batteri e archeobatteri umani mai compilato finora e l’individuazione di molte specie microbiche intestinali e orali comuni nella popolazione mondiale ma finora mai osservate.
Sono i risultati principali del lavoro di ricerca, coordinato da Nicola Segata ed Edoardo Pasolli del Laboratorio di Metagenomica computazionale dell’Università di Trento, pubblicato online oggi sulla rivista scientifica Cell.

“Abbiamo individuato e catalogato geneticamente un grande numero di batteri e archeobatteri che costituiscono il microbioma umano, ma che finora non erano mai stati analizzati o descritti – dichiara Segata – Questo permette ora di caratterizzare una frazione sostanziale del microbioma che era rimasta finora ‘nascosta’. Abbiamo anche osservato molti microrganismi presenti prevalentemente in popolazioni non occidentalizzate e che in occidente sono solo raramente identificati. Probabilmente questo è una conseguenza del complesso processo di industrializzazione”.

Anche i batteri, dunque, come altre forme viventi, evolvono e vengono selezionati con il cambiare dell’ambiente, dell’alimentazione e dello stile di vita e in alcuni casi rischiano di estinguersi. Il team di ricerca si è messo sulle tracce di alcuni di essi.

Lo studio è un intreccio di genomica, microbiologia e big data. Per oltre due anni ha coinvolto ricercatori e ricercatrici del Dipartimento Cibio dell’Università di Trento assieme a studenti e studentesse della laurea magistrale in Quantitative and Computational Biology dell’Ateneo. Ed è frutto di una collaborazione internazionale nella quale hanno avuto un ruolo rilevante docenti di Harvard che studiano popolazioni non occidentalizzate del Madagascar.

Nicola Segata nelle sue ricerche si occupa del microbioma umano: “È quell’insieme di batteri, virus, funghi e parassiti che si trovano in particolare nell’intestino, nella bocca, sulla pelle e nell’apparato genitale. Il microbioma, con cui le cellule umane vivono in simbiosi, svolge funzioni cruciali per il corpo, dal metabolismo all’attività sull’asse intestino-cervello, dalla protezione diretta contro organismi patogeni alla regolazione del sistema immunitario. Si è dimostrato che il microbioma ha un ruolo nell’insorgenza di alcuni tumori e nel successo della immunoterapia contro il cancro”.

L’approccio suo e del suo team allo studio del microbioma si chiama metagenomica computazionale: studiano il microbioma analizzando il suo contenuto genetico. Da una goccia di saliva, tampone cutaneo o grammo di feci estraggono il DNA di tutti i microrganismi presenti, lo sequenziano con le macchine ad alta precisione di cui è dotata l’Università di Trento. Con speciali super-computer analizzano poi il DNA sequenziato per ricostruire composizione e dinamiche del microbioma…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Scoperti e catalogati 150mila batteri del microbioma umano finora sconosciuti. Studio dell’Università di Trento”, insalute news

Tratto dahttps://www.insalutenews.it/in-salute/scoperti-e-catalogati-150mila-batteri-del-microbioma-umano-finora-sconosciuti-studio-delluniversita-di-trento/