Crohn e colite ulcerosa – Sui biosimilari i pazienti ne sanno poco. Serve una campagna informativa nazionale
“A fotografare lo stato dell’arte sull’esistenza e l’utilizzo dei farmaci biosimilari è una ricerca messa a punto dall’Associazione dei pazienti malattie infiammatorie Croniche Intestinali A.M.I.C.I. in collaborazione con l’Italian Group for the study of Inflammatory Bowel Disease (IG-IBD)
I biosimilari sono farmaci con garanzie di efficacia, sicurezza e qualità per i pazienti, in grado di consentire un accesso omogeneo alle cure e con un ruolo nodale sulla sostenibilità del sistema sanitario e delle terapie innovative, come sottolineato dall’Agenzia italiana del Farmaco (Aifa) nel recente Position paper.
Eppure, poco meno della metà dei pazienti sa che esiste questa opportunità terapeutica (il 46.3%), mentre la stragrande maggioranza o non hai mai ricevuto informazioni sulla loro esistenza o risponde di non sapere (rispettivamente il 45.1% e l’8.5%). Inoltre, ben il 73.9% non ha un’idea precisa in merito alla similarità dei biosimilari rispetto ai farmaci originatori, solo il 10.6% pensa siano uguali, mentre per il 9.2% potrebbero avere una sicurezza minore e il 12% un’efficacia ridotta.
E così questi farmaci continuano a rimanere una cenerentola nel panorama delle terapie: appena il 15.7% dei pazienti è in trattamento con un biosimilare e un 14.2% lo è stato in passato.
Non solo la conoscenza su queste terapie è deficitaria, ci sono anche carenze sul fronte della corretta informazione: poco meno di due pazienti su dieci (il 18.9%) in trattamento con farmaci biosimilari dichiarano di aver firmato un consenso informato.
A fotografare lo stato dell’arte sull’esistenza e l’utilizzo dei farmaci biosimilari è una Survey messa a punto dall’Associazione dei pazienti malattie infiammatorie Croniche Intestinali A.M.I.C.I. in collaborazione con l’Italian Group for the study of Inflammatory Bowel Disease (IG-IBD) che ha coinvolto circa 1.800 pazienti (Il 72% sono seguiti in Centri ospedalieri, il 23.4 da Centri Universitari e solo il 4.7 da privati), affetti da Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI), malattia di Crohn e Colite ulcerosa, e provenienti da tutte le Regioni d’Italia.
I dati della ricerca. Il quadro emerso mostra molte crepe sul fronte dell’esistenza e della conoscenza dei biosimilari e sulla similarità tra questi e il loro originatore. Per questo il 57.6% dei pazienti coinvolti nella ricerca reputa le proprie conoscenze generali sui farmaci biosimilari insufficienti; il 30.1% ritiene comunque siano sufficienti, solo il 9.6% pensa di avere una buona padronanza e il 2.5% la giudica ottima.
Da rilevare che tra i pazienti che pensano comunque di essere stati informati a sufficienza dal medico che li segue (il 41.1%) c’è una maggiore predisposizione a pensare che l’utilizzo dei farmaci biosimilari possa essere utile a liberare risorse economiche rispetto a chi non ha ricevuto informazioni…”
Per continuare a leggere la news originale:
Fonte: “Biosimilari per Crohn e colite ulcerosa, i pazienti ne sanno poco. Serve una campagna informativa nazionale”, PHARMASTAR