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Emicrania – I pazienti candidati al trattamento con anticorpi monoclonali anti-CGRP

Quali pazienti dovrebbero assumere i nuovi anticorpi monoclonali diretti al peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP) per la prevenzione dell’emicrania? E quali indicazioni accetteranno i pagatori? Sono questi i problemi che l’American Headache Society (AHS) affronterà in un prossimo position paper. L’annuncio è stato dato in Arizona, nel corso dell’AHS Scottsdale Headache Symposium

Con tre inibitori CGRP approvati quest’anno dalla FDA – ossia erenumab, fremanezumab e galcanezumab [i primi due registrati anche all’EMA, nessuno per ora dall’AIFA] – l’accesso ai nuovi farmaci è una questione emergente per pazienti e medici, ha detto, in sessione plenaria a Scottsdale, David Dodick della Mayo Clinic, membro del comitato esecutivo dell’AHS.

«Avevamo previsto che queste terapie sarebbero state costose, così come ciò ne avrebbe limitato l’accesso ai pazienti» ha proseguito. «Proprio per questo l’AHS prevede di pubblicare una dichiarazione di consenso con criteri utili a guidare i medici e, auspicabilmente, le autorità di rimborso negli Stati Uniti, in merito a quali pazienti dovrebbero avere accesso a queste terapie».

Le tre raccomandazioni principali del prossimo documento di consenso dell’AHS
Le raccomandazioni indicheranno che, per iniziare il trattamento con anticorpi monoclonali diretti al CGRP o al suo recettore (nell’insieme definiti “anti-CGRP”), i pazienti devono avere:

  • diagnosi di emicrania episodica secondo i criteri ICHD-3 (International Classification of Headache Disorders), con o senza aura, con 4-7 giorni mensili di cefalea ogni mese e sia (a) intolleranza o inadeguata risposta in un periodo di prova di 6 settimane ad almeno due dei seguenti farmaci: topiramato, sodio divalproex/valproato di sodio, beta-bloccanti, antidepressivi triciclici, inibitori della ricaptazione della serotonina-noradrenalina o altri trattamenti di livello A o B secondo le linee guida AAN (American Academy of Neurology)-AHS del 2012, sia (b) disabilità almeno moderata secondo la definizione MIDAS (Migraine Disability Assessment) o HIT-6 (Headache Impact Test);
  • diagnosi ICHD-3 di emicrania episodica, con o senza aura, di 8-14 giorni mensili di cefalea ogni mese e soddisfazione dei criteri indicati sopra in (a), senza dover documentare una disabilità moderata. «Riteniamo che se i pazienti hanno da 8 a 14 giorni mensili di mal di testa ogni mese, la maggioranza avrà comunque una moderata disabilità» ha osservato Dodick;
  • diagnosi ICHD-3 di emicrania cronica e soddisfazione dei criteri descritti sopra in (a) oppure intolleranza o risposta inadeguata a un minimo di due iniezioni trimestrali di onabotulino tossina.

Da usare in add-on, in assenza di controindicazioni specifiche
Il documento delineerà inoltre i criteri per il riautorizzazione all’uso una volta iniziato il trattamento con anticorpi monoclonali anti-CGRP. «La durata della riautorizzazione dovrebbe essere indefinita e guidata dalla risposta del paziente e dall’attestazione del fornitore di assistenza sanitaria» ha detto Dodick…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Noi, i pazienti emicranici candidati al trattamento con anticorpi monoclonali anti-CGRP”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/neuro/noi-i-pazienti-emicranici-candidati-al-trattamento-con-anticorpi-monoclonali-anti-cgrp–28247