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Diabete di tipo 2 – ‘Empagliflozin’ è associato a un minor rischio di ospedalizzazione per scompenso cardiaco

Nei pazienti con diabete di tipo 2 empagliflozin è associato a una riduzione del rischio relativo di ospedalizzazione per scompenso cardiaco (HHF) del 44%, rispetto agli inibitori DPP-4, nella pratica clinica quotidiana. È quanto emerge dai risultati iniziali dello studio di real life EMPRISE che verranno presentati durante il prossimo congresso dell’American Heart Association (AHA), che si terrà a breve a Chicago

L’effetto di empagliflozin sullo scompenso cardiaco è stato simile nei pazienti, indipendentemente dalla presenza o meno di malattia cardiovascolare accertata.

Questi risultati rafforzano quelli dello studio cardine EMPA-REG OUTCOME, in cui il farmaco aveva dimostrato di ridurre il rischio relativo di scompenso cardiaco del 35%, in soggetti con diabete di tipo 2 e malattia cardiovascolare accertata.

«Considerato che i ricoveri per scompenso cardiaco negli Stati Uniti superano il milione l’anno, è importante capire come si traduce nella pratica clinica quotidiana la riduzione relativa del rischio di HHF, emersa nello studio EMPA-REG OUTCOME», ha dichiarato Elisabetta Patorno del Brigham and Women’s Hospital e co-sperimentatrice dello studio.

«I primi risultati dello studio EMPRISE dimostrano che empagliflozin è associato a una riduzione delle ospedalizzazioni per scompenso cardiaco e il suo effetto è analogo in chi è affetto da diabete di tipo 2, con o senza una storia di malattia cardiovascolare».

Empagliflozin è un inibitore del co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2) orale, altamente selettivo, in monosomministrazione giornaliera, ed è il primo farmaco per il diabete di tipo 2 che, in diversi paesi, comprende fra le indicazioni la riduzione della mortalità per cause cardiovascolari.

Lo studio EMPRISE
Lo studio di real life EMPRISE (EMPagliflozin compaRative effectIveness and SafEty), ha interessato circa 35mila soggetti con diabete di tipo 2, nel periodo compreso fra agosto 2014 e settembre 2016. Quando sarà completato, fornirà il quadro clinico su empagliflozin nella pratica clinica quotidiana, includendo dati comparativi relativi a efficacia, sicurezza, costi e utilizzo di risorse sanitarie, rispetto ai DPP-4i comunemente impiegati, nel periodo compreso fra il 2014 e il 2019…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Diabete di tipo 2, con empagliflozin un minor rischio di ospedalizzazione per scompenso cardiaco”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/diabete/diabete-di-tipo-2-con-empagliflozin-un-minor-rischio-di-ospedalizzazione-per-scompenso-cardiaco-28084

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