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Carcinoma polmonare non a piccole cellule iniziale – ‘Erlotinib’ neoadiuvante ritarda progressione in pazienti con EGFR mutato

Il trattamento neoadiuvante con erlotinib migliora gli outcome rispetto alla chemioterapia con gemcitabina più cisplatino nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio IIIA-N2, portatori di mutazioni del recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR), sottoposti a resezione completa. Lo dimostrano i risultati dello studio multicentrico di fase 2/3 CTONG 1103/EMERGING, presentati in occasione del meeting annuale della European Society for Medical Oncology (ESMO), a Monaco di Baviera

«I nostri risultati suggeriscono che il trattamento neoadiuvante con inibitori delle tirosin-chinasi (TKI) dell’EGFR guidato da biomarker è una strategia promettente nel carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio IIIA-N2» ha affermato l’autore principale dello studio, Yi-Long Wu, del Guangdong Lung Cancer Institute di Guangzhou, in Cina.

«Questo è il primo studio a dimostrare la superiorità di erlotinib rispetto alla chemioterapia con gemcitabina più cisplatino sul fronte della sopravvivenza libera da progressione nel carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio IIIA-N2, con EGFR mutato» ha aggiunto Wu.

Ipotizzato beneficio dei TKI dell’EGFR nel setting neoadiuvante
Le attuali strategie di trattamento per il carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio IIIA-N2 con EGFR mutato sono controverse, ha spiegato Wu.

Tuttavia, ha aggiunto l’oncologo, «nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule con EGFR mutato, in stadio avanzato, i TKI dell’EGFR hanno dimostrato di prolungare la sopravvivenza libera da progressione (PFS) e in generale migliorare la prognosi»…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Cancro al polmone iniziale, erlotinib neoadiuvante ritarda la progressione nei pazienti con EGFR mutato. #ESMO18”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/oncoemato/cancro-al-polmone-iniziale-erlotinib-neoadiuvante-ritarda-la-progressione-nei-pazienti-con-egfr-mutato-esmo18-28033