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Malattia di Still – L’impiego di ‘tocilizumab’ (IL-6) non convince del tutto

Uno studio giapponese di recente pubblicazione su ARD ha documentato l’esistenza di alcuni benefici clinici derivanti dall’impiego di tocilizumab nella malattia di Still. Tuttavia, non l’endpoint centrale non è stato soddisfatto, lasciando aperte ancora le domande sul beneficio derivante dall’inibizione del pathway legato ad IL-6 nella patogenesi di questa condizione

Razionale e disegno dello studio
La malattia di Still nell’adulto è una condizione sistemica infiammatoria nel corso della quale i pazienti sperimentano accessi febbrili, rash transitori e artrite, potendo sviluppare anche altre manifestazioni quali l’epatosplenomegalia e l’innalzamento delle transaminasi epatiche.

Il disturbo è clinicamente simile all’artrite idiopatica giovanile, inizialmente conosciuta proprio come malattia di Still.

La terapia convenzionale si basa sull’impiego di glucocorticoidi, ma non tutti i pazienti riescono a raggiungere la remissione di malattia con questo trattamento che, peraltro, si accompagna a problemi seri di tossicità a lungo termine.

In ragione di alcune osservazioni favorevoli sull’impiego di TCZ, un antagonista recettoriale di IL-6 nell’artrite idiopatica giovanile, si è voluta saggiare l’efficacia specifica del farmaco nella malattia di Still in un trial multicentrico di Fase 3 che ha reclutato pazienti provenienti da 8 centri dislocati in Giappone, nel triennio 2014-2016.

Il trial si componeva di 3 parti. Nella prima, i pazienti sono stati randomizzati a trattamento con TCZ o placebo, con l’aggiunta di una dose fissa di prednisolone per la durata di 4 settimane; nella seconda fase dello studio, la dose di steroide veniva ridotta mentre, al contempo, si avviava una fase di trattamento in cieco con TCZ o placebo per altre 8 settimane. Nella terza fase del trial, invece, in aperto, tutti i pazienti del trial erano sottoposti a trattaento con TCZ per 40 settimane. I pazienti in grado di ridurre la posologia di GC a 5 mg/die o meno potevano estendere l’intervallo di somministrazione di 2 dosi successive di TCZ fino a 3 settimane.

Costituiva criterio di inclusione dello studio l’essere affetti da malattia di Still refrattaria a GC, ma non in condizioni potenzialmente letali…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Malattia di Still, inibizione IL-6 non convince del tutto”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/orto-reuma/malattia-di-still-inibizione-il-6-non-convince-del-tutto-27901