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Infarto – Alt alla confusione su come diagnosticarlo

Stop alla confusione che fino ad oggi ancora regnava sul come diagnosticare un attacco cardiaco. In occasione del congresso annuale della European Society of Cardiology (ESC), a Monaco, è stato infatti presentato e pubblicato contestualmente sullo European Heart Journal un documento di consenso internazionale intitolato ‘2018 Fourth Universal Definition of Myocardial Infarction’, quarta definizione universale di infarto miocardico

Il documento è stato prodotto congiuntamente dall’ESC, assieme all’American College of Cardiology (ACC), l’American Heart Association (AHA) e la World Heart Federation (WHF).

“Se tra i medici del pronto soccorso non c’è chiarezza su ciò che definisce un infarto, i pazienti che si presentano lamentando dolore toracico potrebbero essere etichettati erroneamente come infartuati e, di conseguenza, non ricevere un trattamento corretto” ha sottolineato il primo firmatario del testo, Kristian Thygesen, dell’Ospedale universitario di Aarhus, in Danimarca.

“Il fatto che si sia arrivati oggi alla quarta definizione di infarto miocardico è di per sé interessante” ha commentato ai nostri microfoni Filippo Crea, Ordinario di Cardiologia presso l’Università Cattolica – Policlinico “Agostino Gemelli” di Roma. “Con l’arrivo delle troponine ad alta sensibilità si è capito che il quadro è complesso” ha aggiunto il professore.

Livelli alti di troponina insufficienti per diagnosticare un infarto
Tuttavia, “molti medici non hanno capito che livelli elevati di troponina nel sangue non sono sufficienti per diagnosticare un attacco cardiaco e questo ha creato problemi reali” ha spiegato Thygesen.
Il documento spiega che l’infarto del miocardio si verifica quando il muscolo cardiaco (miocardio) è danneggiato e non viene sufficientemente ossigenato; in questa situazione viene rilasciata nel sangue troponina, una proteina normalmente utilizzata dal muscolo cardiaco per la contrazione. La carenza di ossigeno (ischemia) viene rilevata dall’elettrocardiogramma (ECG) e indicata dalla presenza di sintomi come dolore al petto, al braccio o alla mascella, fiato corto e stanchezza.

Il danno miocardico in sé è ora considerato una condizione separata. Ci sono numerose situazioni che possono causare lesioni del miocardio e, di conseguenza, un aumento della troponina. Tra queste vi sono le infezioni, la sepsi, la nefropatia, la chirurgia cardiaca e un esercizio fisico intenso. Il primo passo del trattamento, sottolineano gli esperti, è affrontare il disturbo di base.

L’infarto di tipo 1
Per quanto riguarda l’infarto del miocardio, ne esistono tipi diversi, ognuno dei quali richiede un trattamento specifico. “L’elemento essenziale del nuovo documento di consenso è proprio la distinzione fra infarto miocardico di tipo 1, il ‘classico’ infarto legato all’aterotrombosi, e infarto miocardico di tipo 2, molto più complicato perché può avere molte cause, alcune coronariche e altre no” ha spiegato Crea…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Alt alla confusione su come diagnosticare l’infarto. Nuove definizioni #ESC2018”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/cardio/alt-alla-confusione-su-come-diagnosticare-linfarto-nuove-definizioni-esc2018-27708