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Memoria autobiografica – E’ nell’ippocampo l’indice dei ricordi

La memoria autobiografica non è localizzata nell’ippocampo, la struttura cerebrale che ha un ruolo centrale nella formazione di nuovi ricordi e nel loro richiamo: l’ippocampo sembra invece funzionare come una sorta di registro della memoria, che crea un “indirizzo” utile a ritrovare i circuiti che codificano i singoli ricordi autobiografici

L’ippocampo, la struttura cerebrale considerata la “centralina” della memoria, funzionerebbe come un registro di memoria che specifica in quali circuiti della neocorteccia è archiviato ciascun ricordo. A sostenere questa ipotesi è un gruppo di ricercatori del RIKEN Center for Brain Science a Wako, in Giappone, che la presentano in un articolo su “Science”, smentendo l’ipotesi che l’ippocampo sia anche il “magazzino” in cui sono conservati i ricordi autobiografici.

Secondo la teoria oggi più accreditata, la memoria autobiografica (detta anche episodica) sarebbe conservata nell’ippocampo, che provvederebbe a collegare a legare i ricordi agli specifici contesti spaziali in cui è avvenuto l’evento da ricordare.

La teoria è sostenuta dal fatto che esistono solide prove sperimentali che l’ippocampo gestisce la memoria spaziale, che la sua attività aumenta quando viene richiamato un ricordo, e che lesioni all’ippocampo – dovute a traumi, ictus o malattie neurodegenerative come l’Alzheimer – possono impedire il richiamo dei ricordi e in particolare la formazione di nuove memorie. Tuttavia mancano prove sperimentali che i ricordi stessi siano effettivamente conservati in quella struttura cerebrale.

Thomas J. McHugh e collegi hanno ora condotto una serie di esperimenti sui topi ricorrendo a una tecnica optogenetica che, attraverso la marcatura dei neuroni dell’ippocampo con molecole fotosensibili, permette di tracciare con precisione quali cellule si attivano e di “accenderle” o “spegnerle” a volontà attraverso un impulso luminoso.

I topi sono stati poi messi in una serie di gabbie e labirinti via via differenti mentre veniva monitorata l’attività dei neuroni dell’ippocampo. I ricercatori hanno quindi constatato che quando i topi entravano in una gabbia in cui erano già stati, vi era sì un aumento generale dell’attività dell’ippocampo, ma non erano sistematicamente gli stessi neuroni ad attivarsi, mentre poteva accadere entrando in una nuova gabbia si attivassero neuroni che si erano attivati anche in gabbie già frequentate…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “E’ nell’ippocampo l’indice dei ricordi autobiografici”, Le Scienze MIND

Tratto dahttp://www.lescienze.it/news/2018/07/30/news/ippocampo_registro_indirizzi_memoria_riocrdi-4062108/