Spondiloartrite assiale non radiografica – Preferibile continuare trattamento con ‘adalimumab’ anche in remissione sostenuta malattia
“E’ preferibile continuare, anziché interrompere, il trattamento con adalimumab nei pazienti che hanno raggiunto la condizione di remissione sostenuta di malattia, in quanto tale approccio assicura di andare incontro a rischi minori di recidiva. Lo suggeriscono i risultati di ABILITY-3, un trial di fase 3 sull’impiego del farmaco anti-TNF nella nr-axSpA, pubblicato su the Lancet
La malattia
La nr-axSpA è caratterizzata da segni, sintomi e disabilità simili a quelli della spondilite anchilosante, ma senza i necessari cambiamenti radiografici nella colonna vertebrale o nelle articolazioni sacro-iliache.
A causa della ridotta esperienza con questo sottotipo di SpA, la comprensione del decorso della malattia e l’approccio terapeutico ottimale restano limitati.
Per la diagnosi e il follow-up di questi pazienti non radiografici si è fatto un sempre maggior uso della risonanza magnetica. «C’è la necessità di comprendere meglio la relazione tra l’infiammazione valutata dalla risonanza magnetica e l’attività della malattia valutata clinicamente, così come il loro impatto sulla funzione fisica a lungo termine nei pazienti con SpA assiale», hanno scritto gli autori.
Le opzioni terapeutiche includono i FANS, i farmaci anti-TNFα o anti IL-17 (interleuchina). Fino a oggi solo gli anti-TNF si sono rivelati efficaci nei pazienti con nr-axSpA, e adalimumab lo ha dimostrato negli studi del programma di Fase 3 ABILITY.
Lo studio ABILITY-3
Fino ad oggi, non esistevano che dati aneddotici sul successo della sospensione del trattamento con adalimumab in pazienti con nr-axSpA. Di qui il nuovo trial, ABILITY-3, che ha esplorato l’impatto derivante dalla sospensione del trattamento con il farmaco anti-TNF in pazienti con nr-axSpA che avevano raggiunto la condizione di remissione clinica sostenuta dopo trattamento in aperto con adalimumab.
Lo studio ABILITY-3 era un trial multicentrico, organizzato in due fasi e condotto in 107 centri dislocati su 20 paesi del globo, che aveva reclutato pazienti adulti con diagnosi di nr-axSpA, soddisfacenti i criteri di classificazione “Assessment of SpondyloArthritis international Society” ma non quelli modificati di New York, con evidenza obiettiva di infiammazione attiva e risposta inadeguata ad almeno 2 FANS.
I pazienti che avevano raggiunto la condizione di malattia inattiva (punteggio ASDAS <1,3) con adalimumab somministrato in aperto (40 mg sottocute ogni 2 settimane per 28 settimane) a 16, 20, 24 e a 28 settimane erano stati randomizzati, secondo uno schema di randomizzazione 1:1, al trattamento per 40 settimane, in doppio cieco con adalimumab (continuazione trattamento) o a placebo (sospensione trattamento con farmaco anti-TNF)…”
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Fonte: “Spondiloartrite assiale non radiografica, meglio continuare adalimumab anche in remissione sostenuta malattia”, PHARMASTAR