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Epatite B – Con ‘tenofovir alafenamide’, maggiore sicurezza a livello scheletrico

I pazienti con epatite B mostrano un miglioramento continuo della sicurezza a livello osseo dopo 2 anni di trattamento con tenofovir alafenamide rispetto a tenofovir disoproxil fumarato. E’ quanto mette in luce uno studio pubblicato sulla rivista Clinical Gastroenterology and Hepatology

Secondo Wai-Kay Seto, dell’Università di Hong Kong e colleghi, tenofovir alafenamide (TAF) è più stabile nel plasma rispetto a tenofovir disoproxil fumarato (TDF); questo perché il TAF consente un rilascio più efficiente della forma attiva di tenofovir difofosfato agli epatociti con una dose inferiore a quella che viene tradizionalmente prescritta di TDF.

“Mentre il TDF è una monoterapia altamente efficace per l’HBV cronico(CHB), il suo uso è associato a osteopenia e perdita minerale ossea (BMD)”, hanno scritto Seto e colleghi. “Poiché la popolazione di pazienti CHB richiede una terapia per tutta la vita, esiste il potenziale per i vantaggi di sicurezza a lungo termine della terapia TAF rispetto a TDF da realizzare in modo più completo.”

Seto e colleghi hanno assegnato a caso 1.298 pazienti con HBV a ricevere TAF 25 mg (n=866) o TDF 300 mg (n=432) una volta al giorno per 96-144 settimane. La coorte complessiva comprendeva pazienti con antigene HBVe positivo (n=873) o negativo (n=425) e sia pazienti in precedenza già trattati che naive.

La diminuzione media della BMD dell’anca era significativamente inferiore nel gruppo TAF rispetto al gruppo TDF alla 48a settimana (-0,16% vs -1,86%, p<0,001) e alla settimana 96 (-0,33% vs -2,51%; p<.001). Analogamente, la diminuzione media della BMD della colonna vertebrale era inferiore nel gruppo TAF alla 48a settimana (-0,57% vs -2,37%; p<0,001) e alla settimana 96 (-0,75% vs -2,57%; p<0,001).

Tra i pazienti con più alto rischio di perdita ossea, i ricercatori hanno osservato una proporzione minore di pazienti che hanno avuto una perdita ossea superiore al 3% nella BMD dell’anca nel gruppo TAF rispetto al gruppo TDF anche in subanalisi considerando fattori di rischio incluso sesso femminile (18% vs 50%; p<0,001), età avanzata (20% vs 52%; p<0,001), etnia asiatica (15% vs 42%; p<0,001) e insufficienza renale al basale (20% vs 54%; p<0,001). I risultati erano simili per le modifiche della BMD della colonna vertebrale.

I predittori indipendenti per una diminuzione della BMD dell’anca includevano il TAF rispetto al trattamento con TDF (OR=0,232, IC 95%, 0,17-0,317), nessun uso precedente di interferone (OR=0,462, IC 95%, 0,295-0,723), età inferiore o pari a 50 anni (OR=0,619, IC 95%, 0,43-0,889), sesso femminile vs sesso maschile (OR=1,471, IC 95%, 1,065-2,032) e insufficienza renale al basale (OR=0,999; IC 95% , 0.984-0.998)…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Epatite B, maggiore sicurezza a livello scheletrico con tenofovir alafenamide”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/gastro/epatite-b-maggiore-sicurezza-a-livello-scheletrico-con-tenofovir-alafenamide–27257