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Sensibilità al glutine non celiaca – Ancora tanti i dubbi

Da alcuni anni, i medici hanno a che fare con un crescente numero di enigmatici casi di persone che, pur non soffrendo di celiachia o di allergia alimentare al grano, lamentano disturbi gastrointestinali ed extragastrointestinali dopo l’ingestione di questo cereale. Sulle prime essi si divisero in due schieramenti contrapposti.

L’uno, più numeroso, riteneva che si trattasse di casi di malati immaginari. Liquidavano perciò i malcapitati che chiedevano aiuto con frasi tipo “Lei non è né celiaco né allergico al frumento. Arrivederci”, come per sentenziare che il grano non causava loro nessuna forma di reazione avversa e perciò non c’era motivo di eliminarlo dalla dieta. L’altro invece, più responsabilmente, iniziò ad indagare per capire se, esclusa ovviamente l’immancabile quota di  “intolleranti” al grano immaginari, si fosse di fronte ad una nuova (o fino ad allora ignorata) forma di reazione avversa al grano.

I risultati delle ricerche finora svolte confortano questi tesi. E, poiché sono stati trovati indizi che nella sua genesi sia coinvolto il glutine, il complesso delle proteine di riserva del grano (gliadine e glutenine), tale reazione avversa è stata denominata  prima “sensibilità al glutine” e poi “sensibilità al glutine non celiaca” (SGNC). Il termine “sensibilità” sta a indicare che è coinvolto il sistema immunitario. La modalità di tale coinvolgimento non è stata ancora chiarita ma i dati disponibili fanno supporre che sia diversa da quella accertata nella celiachia. Nel 2011 fu concordata tra gli addetti ai lavori la seguente definizione della SGNC: “condizione non allergica e non autoimmune nella quale il consumo di glutine può portare a sintomi simili a quelli osservati nella celiachia”.

Oggi, grazie ai risultati scientifici conseguiti, il fronte di coloro che credono all’esistenza di quest’altra forma di reazione avversa al grano si è allargato. Si è però accesso un serrato dibattito su numerosi aspetti poco chiari o controversi. A tale dibattito la prestigiosa rivista scientifica Science ha dedicato recentemente un articolo intitolato The war on the gluten (La guerra contro il glutine). Esaminiamone gli aspetti più salienti.

Scarsi i dati epidemiologici. La disponibilità di test e biomarcatori specifici per la celiachia (anticorpi antiendomisio e antitransaminasi tissutali 2) e per l’allergia alimentare al grano (IgE specifiche) ha permesso di svolgere accurate ricerche epidemiologiche per stabilire la frequenza di queste due reazioni avverse al grano (circa l’1% per la prima e molto meno per la seconda).

Purtroppo la frequenza della SGNC non è stata ancora stabilita perchè attualmente non si dispone di biomarcatori specifici che consentano di effettuare screening di massa. Attualmente la diagnosi di SGNC richiede tempo e necessita l’attiva partecipazione delle persone da esaminare. Infatti queste, oltre che essere sottoposte a esami clinici e di laboratorio per escludere celiachia e allergia alimentare al grano, devono seguire per diverse settimane una dieta prima con glutine, poi senza, e infine di nuovo con glutine. La diagnosi di SGNC è posta se la dieta iniziale con glutine scatena sintomi (gastrointestinali e non), quella intermedia senza li fa scomparire e quella finale ancora con glutine li fa riapparire.

Contribuisce a rendere difficile la ricerca epidemiologica anche il fatto che molte persone non celiache, ma convinte a torto o a ragione di soffrire di una qualche forma di “intolleranza” al glutine, decidono autonomanente di seguire una dieta priva di glutine. Ovviamente queste persone  sfuggono a ogni controllo medico. Comunque gli scarsi dati epidemiologici disponibili collocano la frequenza della SGNC in un intervallo molto ampio compreso tra 0,6% e 6% della popolazione.

Sintomi poco specifici. I sintomi intestinali (gonfiore, dolori addominali ed epigastrici, diarrea e stitichezza) sono simili a quelli della celiachia e della sindrome del colon irritabile. I sintomi extraintestinali sono vaghi e anch’essi poco specifici (malessere generale, stanchezza, mal di testa, ansietà, mente offuscata, difficoltà di concentrazione e, più rari, depressione, perdita di peso e sfoghi cutanei). A differenza della celiachia, però, la SGNC non comporta deficienze nutrizionali per ferro, vitamina D e vitamina B12 e presenta una minore associazione con malattie autoimmuni…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “La sensibilità al glutine non celiaca: una nuova ed enigmatica reazione avversa al grano. Ancora tanti i dubbi”, il fatto alimentare

Tratto dahttps://ilfattoalimentare.it/sensibilita-glutine-reazione-grano-dubbi.html