Tumore alla prostata – Scoperto lato oscuro risposta immunitaria
“Un gruppo internazionale di ricercatori, guidati dal prof. Andrea Alimonti della Facoltà di scienze biomediche dell’Università della Svizzera italiana (USI) e dell’Istituto Oncologico di Ricerca (IOR), ha messo a punto una metodologia innovativa capace di contrastare l’evolversi del carcinoma prostatico. Lo studio è stato pubblicato oggi da Nature
Lugano, 28 giugno 2018 – Il tumore alla prostata è il più frequente tumore negli uomini adulti. Nonostante recenti progressi terapeutici, in un’elevata percentuale di pazienti – dopo un’iniziale fase di risposta positiva alla terapia chirurgica e anti-androgenica – la malattia evolve in una forma resistente e aggressiva, diventando inevitabilmente fatale.
Per decenni i ricercatori si sono trovati unanimi nell’affermare che il bersaglio da colpire per arrestarne l’evoluzione fossero gli ormoni maschili (androgeni e testosterone, considerati la benzina per la progressione del tumore) ed effettivamente in mancanza di questi le cellule prostatiche tumorali in un primo tempo muoiono.
Successivamente, tuttavia, le stesse cellule attivano una contromossa e riescono a sopravvivere anche in mancanza del nutrimento essenziale. Come il tumore riuscisse a resistere alla carenza di androgeni e ripartire più forte di prima era rimasto fino ad oggi un mistero.
Il segreto lo ha scoperto Arianna Calcinotto, giovane ricercatrice parte del gruppo internazionale guidato dal prof. Andrea Alimonti. Il gruppo, avvalendosi di collaborazioni nel Regno Unito e in Italia, ha rilevato come elevati livelli di interleuchina 23 (IL23) fossero presenti nel sangue e nei tumori della maggior parte dei pazienti resistenti alla terapia anti-androgenica…”
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Fonte: “Tumore alla prostata, scoperto il lato oscuro della risposta immunitaria”, insalute news