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Melanoma avanzato/metastatico con BRAF mutato – Trattamento con ‘encorafenib-binimetinib’ raddoppia sopravvivenza rispetto a solo ‘vemurafenib’

Una nuova combinazione di un inibitore di BRAF, encorafenib, e un inibitore di MEK, binimetinib, ha migliorato in modo significativo la sopravvivenza globale (OS) rispetto vemurafenib o encorafenib in monoterapia in pazienti con melanoma avanzato/metastatico con BRAF mutato. È quanto emerge dallo studio COLUMBUS, un trial multicentrico internazionale di fase 3 presentato all’ultimo congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) a Chicago, e selezionato fra i lavori inseriti nella sezione ‘Best of ASCO’

L’OS mediana è risultata, infatti, di 33,6 mesi nei pazienti trattati con la combinazione di encorafenib e binimetinib contro 16,9 mesi nei pazienti trattati con vemurafenib in monoterapia e 23,5 mesi in quelli trattati con encorafenib in monoterapia.

Con la combinazione si è ottenuta una riduzione del 39% del rischio di decesso rispetto al solo vemurafenib (HR 0,61; IC al 95% 0,47, 0,79; P < 0,0001).

Inoltre, i risultati aggiornati relativi alla sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana sono rimasti coerenti con quanto riportato in precedenza e confermano la superiorità della combinazione rispetto a entrambe le monoterapie anche su questo fronte: 14,9 mesi con encorafenib e binimetinib contro 7,3 mesi con vemurafenib (HR 0,51; IC al 95% 0,39-0,67; P < 0,0001) e 9,6 mesi con encorafenib.

Nuovo parametro di riferimento per l’efficacia delle terapie target
“La terapia combinata con encorafenib più binimetinib fornisce un nuovo parametro di riferimento di efficacia per le terapie target e rappresenta un’opzione di trattamento promettente per i pazienti con melanoma portatori della mutazione BRAFV600” ha detto il primo autore dello studio, Reinhard Dummer, del dipartimento di dermatologia dell’Università di Zurigo.
Drummer ha fatto anche notare che l’efficacia di vemurafenib osservata nel braccio di controllo è coerente con i dati storici ottenuti con questo farmaco, il che fornisce un ulteriore parametro di riferimento per la validazione della popolazione di pazienti e dei risultati osservati nello studio COLUMBUS.

“Il risultato è di estremo interesse: infatti, con le altre combinazioni di BRAF-inibitori e MEK-inibitori, la mediana di sopravvivenza è di circa 22 mesi, simile a quella osservata nel braccio trattati con encorafenib 300 mg” ha sottolineato ai nostri microfoni Paola Queirolo, del Policlinico San Martino di Genova. “Una mediana di 10 mesi in più di sopravvivenza rispetto alle altre combinazioni ci fa sperare in un beneficio più prolungato di questa combinazione rispetto a quelle già testate, che sono diventate uno standard di cura del melanoma in fase avanzata” ha aggiunto l’esperta italiana.

Lo studio COLUMBUS
Lo studio COLUMBUS è un trial in due parti, randomizzato, in aperto, in cui si sono valutate efficacia e sicurezza della combinazione di encorafenib e binimetinib rispetto alla monoterapia con vemurafenib o encorafenib in 921 pazienti con melanoma localmente avanzato non resecabile o metastatico, portatori della mutazione BRAFV600E o BRAFV600K, arruolati presso 200 centri situati in Nord America, Europa, Sud America, Africa, Asia e Australia. I partecipanti dovevano avere un performance status pari a 0 o 1 ed erano naïve al trattamento o progrediti in seguito a un’immunoterapia di prima linea…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Melanoma avanzato BRAF+, con encorafenib-binimetinib sopravvivenza raddoppiata rispetto al solo vemurafenib. #ASCO2018”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/oncoemato/melanoma-avanzato-braf-con-encorafenib-binimetinib-sopravvivenza-raddoppiata-rispetto-al-solo-vemurafenib-asco2018-26984