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BPCO – Se a rischio elevato esacerbazione, nessun beneficio da dosi ridotte teofillina

L’aggiunta di dosi ridotte di teofillina al trattamento con steroidi inalatori (ICS) non ha alcun effetto aggiuntivo clinico in pazienti con BPCO a rischio elevato di esacerbazione. Questo il responso di un trial britannico di ampie dimensioni presentato nel corso dell’ultima edizione del congresso dell’American Thoracic Society

Razionale dello studio
“La teofillina è stata utilizzata per decenni a livello globale come broncodilatatore – ricordano i ricercatori nell’introduzione al lavoro -.

Il problema è che la teofillina ha un indice terapeutico stretto (ovvero una differenza minima tra i dosaggi tossico e terapeutico), richiede monitoraggio ematico ed è stata sostituita nel tempo da broncodilatatori inalatori più efficaci. Comunque, ancora oggi si dibatte sugli effetti anti-inflammatori propri della teofillina a basse dosi e sulla possibilità che questa possa aumentare la sensibilità agli ICS nella BPCO”.

Ora, stando alle linee guida GOLD 2018, esistono evidenze “…limitate e contraddittorie relativamente all’effetto della teofillina a dosi ridotte sui tassi di esacerbazione” e la rilevanza clinica di ciò non è stata ancora chiaramente stabilita.

Su questi presupposti, i ricercatori hanno ipotizzato che l’aggiunta di teofillina a dose ridotta agli ICS nella BPCO potesse ridurre il rischio di esacerbazioni moderate-severe di BPCO dopo un anno di trattamento”.

Di qui il nuovo trial, finanziato da soldi pubblici, noto con l’acronimo TWICS (Theophylline With Inhaled Corticosteroids), che ha reclutato pazienti adulti con BPCO, di età uguale o superiore a 40 anni, in terapia con ICS e storia di almeno due esacerbazioni trattate con antibiotici e/o corticosteroidi orali nell’anno precedente il reclutamento nello studio.

Questi pazienti sono stati randomizzati al trattamento con teofillina a dose ridotta o a placebo per un anno.

La dose di teofillina (200 mg una/due volte al giorno) era determinata sulla base del peso ideale corporeo e dello status di fumatore.

L’outcome primario era rappresentato dal numero di esacerbazioni riferite dai partecipanti allo studio nell’anno di trattamento con antibiotici e/o CS. I partecipanti allo studio sono stati valutati 6 e 12 mesi dopo la randomizzazione.

Lo studio è stato dimensionato in maniera tale da rilevare una riduzione del 15% delle esacerbazioni e si proponeva di reclutare almeno 1.424 individui…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “BPCO a rischio elevato esacerbazione, nessun beneficio da dosi ridotte teofillina”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/pneumo/bpco-a-rischio-elevato-esacerbazione-nessun-beneficio-da-dosi-ridotte-teofillina-27150