Il Comitato I Malati Invisibili è presente e attivo nel territorio nazionale da aprile 2014.

(+39) 000 0000 000

info@imalatiinvisibili.it
Via Monte Suello 1/12a – 16129 Genova (IT)

Salva

Articoli recenti

CF 95173870106

info@imalatiinvisibili.it

Via Monte Suello 1/12A

16129 Genova (IT)

Carcinoma ovarico recidivato – Rischio di progressione dimezzato facendo un rechallenge con ‘bevacizumab’

Nelle donne con carcinoma ovarico recidivato già trattate in prima linea con l’anti-angiogenetico bevacizumab, una nuova somministrazione del farmaco in combinazione con la chemioterapia prolunga in modo significativo la PFS e praticamente dimezza il rischio di progressione o decesso, senza provocare tossicità inattese. Lo dimostrano i risultati dello studio di fase 3 MITO-MANGO presentati all’ASCO

Lo dimostrano i risultati dello studio di fase 3 MITO-MANGO (MITO16B-MaNGO OV2B-ENGOT OV17), un trial multicentrico internazionale presentato al congresso dell’American Society of Clinical Oncology, a Chicago.

La ricerca, coordinata dall’Istituto Nazionale dei Tumori Fondazione ‘G. Pascale’ di Napoli, è stata inserita nella sezione ‘Best of Asco‘ e rappresenta anche un esempio virtuoso di ricerca indipendente e partnership pubblico-privato.

Bevacizumab è attualmente approvato per il trattamento del carcinoma ovarico ricorrente in pazienti non trattate in precedenza con il farmaco. Nello studio MITO-MANGO gli autori si sono chiesti se l’aggiunta dell’anti-VEGF a una chemioterapia a base di platino permetta di ritardare la progressione anche in caso di risomministrazione, cioè nelle pazienti recidivate e già trattate una prima volta con questo agente.

“Oltre al miglioramento della PFS, abbiamo valutato l’impatto dell’aggiunta di bevacizumab alla chemio anche altri su altri endpoint quali la sopravvivenza globale, le risposte obiettive e la sicurezza del trattamento” ha spiegato ai nostri microfoni Gennaro Daniele, dell’Unità di Sperimentazioni Cliniche del Pascale, che ha coordinato lo studio assieme al professor Sandro Pignata.

Per rispondere a questa domanda, Daniele, Pignata e gli altri ricercatori hanno arruolato nello studio 405 donne con carcinoma ovarico in stadio IIIB-IV della classificazione FIGO, recidivate dopo almeno 6 mesi dall’ultima terapia a base di platino e già trattate con bevacizumab in prima linea…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Ca ovarico recidivato, rischio di progressione dimezzato facendo un rechallenge con bevacizumab. #ASCO2018”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/oncoemato/ca-ovarico-recidivato-rischio-di-progressione-dimezzato-facendo-un-rechallenge-con-bevacizumab-asco2018-27080