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Melanoma – Immunoterapia e farmaci a bersaglio molecolare

Le persone cui viene diagnostica la malattia sono ancora vive a distanza di dieci anni dall’inizio degli interventi di cura

Oggi sempre più persone con melanoma metastatico sono vive ad anni di distanza dalla diagnosi. Uno scenario inimmaginabile sino al decennio scorso quando la malattia lasciava poche speranze. A cambiare radicalmente la situazione sono state l’immunoterapia e le terapie a bersaglio molecolare.

Gli ultimi studi presentati all’ASCO di Chicago, il congresso dell’American Society of Clinical Oncology, parlano chiaro: il melanoma sta diventando sempre di più una malattia che si può controllare e non mancano i casi di pazienti vivi a oltre dieci anni dalla diagnosi.

Come è cambiata la cura del melanoma grazie all’immunoterapia  

«Prima dell’avvento dell’immunoterapia e dei farmaci a bersaglio molecolare – spiega la dottoressa Paola Queirolo, responsabile del Disease Management Team Melanoma e Tumori cutanei all’Ospedale Policlinico San Martino di Genova- il melanoma metastatico era affrontato con la sola chemioterapia e solo il 25% dei malati sopravviveva ad un anno dalla diagnosi».

Una situazione di impotenza che è cominciata a cambiare lentamente con l’avvento dei farmaci immunoterapici capaci di agire sui meccanismi che regolano il sistema immunitario. Da quel momento in poi è stato un susseguirsi di risultati positivi. Oggi grazie a questo approccio è possibile in molti casi tenere sotto controllo la malattia di fatto cronicizzandola.

Vivi a dieci anni di distanza dalla diagnosi  

Il primo farmaco a rivoluzionare la terapia è stato ipilimumab: oggi, a distanza di 10 anni dalle prime somministrazioni, il 20% dei pazienti è ancora vivo. Un dato straordinario se si pensa che l’aspettativa di vita media era di soli 6-9 mesi con la chemioterapia.

A seguire sono arrivati in commercio altri anticorpi, come nivolumab e pembrolizumab, che hanno consentito di fare un salto ulteriore. Un esempio sono i dati appena resi noti al congresso ASCO relativi all’utilizzo di pembrolizumab come terapia in prima linea: l’86% dei pazienti con melanoma metastatico trattati con pembrolizumab mantiene la risposta dopo la sospensione del trattamento ma il dato più importante è quello relativo alla sopravvivenza. A 5 anni infatti è vivo il 41% dei pazienti.

Non solo immunoterapia: le terapie a bersaglio molecolare funzionano  

Ma i buoni risultati dell’immunoterapia non devono fare dimenticare che i grandi progressi riguardano anche le terapie a bersaglio molecolare…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Melanoma sempre più “aggredibile” con immunoterapia e farmaci a bersaglio molecolare”, LA STAMPA SALUTE

Tratto dahttp://www.lastampa.it/2018/06/11/scienza/melanoma-sempre-pi-aggredibile-con-immunoterapia-e-farmaci-a-bersaglio-molecolare-houw3XMmTJZNT2cTykOBfP/pagina.html