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Malattie rare – Linfoma follicolare, chemioimmunoterapia rimane lo standard per l’induzione

Tra i pazienti con linfoma follicolare ad alto rischio trattati con il regime chemioterapico CHOP in combinazione con l’anticorpo monoclonale anti-CD20 rituximab o la radioimmunoterapia la sopravvivenza globale (OS) a 10 anni è risultata quasi dell’80% e la sopravvivenza libera da progressione (PFS) a 10 anni del 49%. Sono questi i dati di follow-up a lungo termine dello studio multicentrico randomizzato di fase III SWOG-S0016, pubblicati di recente sul Journal of Clinical Oncology

Inoltre, i pazienti trattati con il regime CHOP più la radioimmunoterapia hanno mostrato una PFS superiore rispetto a quelli trattati con CHOP più rituximab (R-CHOP). Tuttavia, i ricercatori non hanno osservato differenze significative di OS tra i due gruppi.

“Il linfoma follicolare rimane una malattia incurabile e l’obiettivo del trattamento è ottenere remissioni durature impiegando trattamenti con complicanze minime a breve e a lungo termine” scrivono Mazyar Shadman, del Fred Hutchinson Cancer Research Cente, e gli altri ricercatori. “Ad oggi, i regimi immunochemioterapici rappresentano il trattamento di prima linea più efficace per il linfoma follicolare. La scelta dell’immunochemioterapia è stata oggetto di controversie e ci sono pochi dati sull’efficacia a lungo termine o sulla tossicità dei regimi usati più comunemente”.

Nello studio SWOG S0016, gli sperimentatori hanno assegnato in modo casuale 531 pazienti con linfoma follicolare non trattati in precedenza al trattamento con sei cicli di CHOP più rituximab oppure sei cicli di CHOP seguiti da un consolidamento con la radioimmunoterapia con tositumomab marcato con iodio-133.
Il follow-up mediano a cui si riferisce l’ultima pubblicazione sul Jco è di 10,3 anni.

Complessivamente, la PFS a 10 anni è risultata del 49% (IC al 95% 44,6-53,5) e l’OS a 10 anni del 78% (IC al 95% 74,4-81,8).

Tra i pazienti assegnati al regime CHOP più la radioimmunoterapia la PFS a 10 anni è risultata del 56% mentre in quelli trattati con R-CHOP del 42% (P = 0,01); invece, l’OS a 10 anni non è apparsa significativamente diversa fra i due gruppi (75% contro 81%; P = 0,13).

I ricercatori non hanno osservato differenze significative fra i due gruppi di trattamento nemmeno in termini di incidenza di neoplasie secondarie (15,1% contro 16,1%; P = 0,81) o di sindrome mielodisplastica o leucemia mieloide acuta (4,9% contro 1,8%; P = 0,058)…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Linfoma follicolare, chemioimmunoterapia rimane lo standard per l’induzione”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/oncoemato/linfoma-follicolare-chemioimmunoterapia-rimane-lo-standard-per-linduzione-26945